Considerando che “la nostra pace e sicurezza in ultima analisi dipendono dalla pace e sicurezza altrui”, la Santa Sede “si appella a tutti i leader e alle nazioni affinché lavorino verso gli obiettivi comuni di promuovere la non proliferazione e il disarmo nucleare, lo sviluppo e l’uso pacifico delle tecnologie nucleari e lo sviluppo umano integrale, specialmente nei paesi più poveri”.
Il nuovo sostituto è in Venezuela. Arriverà in Vaticano il 15 ottobre
Prenderà servizio da sostituto della Segreteria di Stato il prossimo 15 ottobre, e prima di arrivare in Vaticano l’arcivescovo Edgar Pena Perra è tornato a casa, in Venezuela, dove ha celebrato Messa nella Basilica della Nostra Virgen del Chiquinquirà, ha ricevuto una onorificenza e anche spiegato ai giornali quale sarà il suo nuovo ruolo.
“Non potevo andare a Roma senza venire prima a Maracaibo, nella Chiesa della nostra vergine Chinita”, ha detto l’arcivescovo Pena Parra. Nella Messa, celebrata il 15 settembre, il nuovo numero 3 vaticano ha chiesto ai venezuelani di mantenere la fede in Dio, che “è la più piccola delle virtù, però è la forza di Dio”.
In una intervista ad un giornale locale, l’arcivescovo Pena Parra ha spiegato che “il sostituto è uno dei collaboratori più vicini al Papa, si incarica di accompagnarlo nella sua agenda e nelle sue preoccupazioni giornaliere e guida una sezione della Segreteria di Stato.
Dalle nunziature
Il 21 settembre, Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo Charles Daniel Balvo nunzio apostolico in Repubblica Ceca. L’arcivescovo Balvo prende il posto dell’arcivescovo Giuseppe Leanza, andato in pensione al compimento dei 75 anni di età.
L’arcivescovo Balvo era precedentemente nunzio apostolico in Kenya e Sud Sudan, ed Osservatore Permanente della Santa Sede presso gli organismi delle Nazioni Unite per l’Ambiente e gli Insediamenti Umani che hanno sede a Nairobi.
Resta dunque vacante la nunziatura di Nairobi, ma anche la costituenda nunziatura in Sud Sudan, dove Papa Francesco dovrebbe inviare un nunzio dedicato al solo Paese. Dopo la recente visita ad limina dei vescovi del Sud Sudan, Sudan e Sud Sudan hanno firmato un accordo di pace.
Tra i compiti che aspettano l’arcivescovo Balvo in Repubblica Ceca, invece, c’è anche la trattativa per la restituzione dei beni della Chiesa sequestrati dal governo sovietico.
Parte del servizio diplomatico vaticano dal 1987, l’arcivescovo Balvo ha servito nelle nunziature apostoliche di Lituania, Giordania, Repubblica Ceca e Ghana. Il primo incarico da nunzio è arrivato nel 2005, quando è stato nominato “ambasciatore del Papa” in Nuova Zelanda. Del gennaio 2013, la nomina a nunzio in Kenya, mentre il contestuale incarico in Sud Sudan è arrivato a dicembre.
Il 10 settembre, l’arcivescovo Marek Zalewki, nunzio a Singapore e rappresentante non residente della Santa Sede in Vietnam, ha presentato la lettera di nomina della Santa Sede al ministero degli Affari Esteri vietnamita. È la prima volta che il nunzio visita il Vietnam, dopo essere stato chiamato a maggio a succedere all’arcivescovo Leopoldo Girelli, nominato a sua volta nunzio in Israele.
L’arcivescovo Zalewski è stato ad Hanoi dal 9 al 15 settembre, ha avuto incontri ufficiali con i rappresentanti del governo e anche incontri con la comunità cattolica di Hanoi.
Nell’omelia della Messa tenuta ad Hanoi dell’11 settembre, l’arcivescovo Zalewski ha sottolineato che è sua responsabilità in Vietnam “garantire il legame di comunione tra vescovi e sacerdoti, tra vescovi e comunità di Dio, tra clero vietnamita e il vescovo di Roma.
Il 17 settembre, l’arcivescovo Alfred Xuereb, nominato dal Papa nunzio in Corea, ha presentato le sue lettere credenziali come ambasciatore non residente in Mongolia. La cerimonia ha incluso la presentazione delle credenziali degli ambasciatori non residenti di Egitto, Thailandia, Indonesia oltre che, appunto, la Santa Sede.
Il presidente Khaltmaggin Battulga, ricevendo gli ambasciatori, ha anche parlato del turismo che si sta sviluppando nella nazione, e ha parlato in particolare della possibilità di portare lettere e testimonianze riguardanti la storia del Grande Impero Mongolo dallo Stato di Città del Vaticano, con cui la Mongolia potrebbe cooperare nelle aree di storia e cultura.
Le anticipazioni sull'accordo tra Santa Sede firmato oggi
Matthew S.M. Lee, ambasciatore di Taiwan presso la Santa Sede, ha dato recentemente una intervista a Central News Agency in cui ha sottolineato che “un possibile accordo tra la Santa Sede e la Cina sulla nomina dei vescovi” riguarderebbe più che altro gli affari religiosi cattolici di Cina, piuttosto che temi diplomatici.
Allo stesso tempo, Taiwan ha detto che continuerà i suoi sforzi per rafforzare i legami diplomatici con la Santa Sede.
L'intervista, molto diffusa, rappresentava un posizionameno di Taiwan in vista dell'accordo ormai imminente.
L'accordo riguarda la nomina dei vescovi, e crea le condizioni per una più ampia collaborazione bilaterale. Il bollettino della Sala Stampa di oggi non delinea nei dettagli il percorso della nomina dei vescovi. Poco si sa di come l’accordo dovrebbe essere delineato. La possibilità di un accordo è stata fortemente criticata dal Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong.
L’ambasciatore Lee ha sottolineato che “i media hanno in molte occasioni speculato che la Santa Sede e la Cina sono sul punto di firmare un accordo sulla nomina dei vescovi”. Ha detto che stanno cercando conferme, ma che questo accordo, sarebbe “il primo passo della Santa Sede per affrontare temi di natura ecclesiastica ancora irrisolti”.
L'accordo è stato firmato dai viceministri degli Esteri vaticano e cinese. Questo testimonia anche il peso diplomatico dell'accordo, che in realtà sarebbe dovuto essere firmato dal Segretario di Stato vaticano, tanto che si era parlato di un possibile viaggio in Cina del Cardinale Parolin. Si è deciso, però, di mantenere un rango più basso, e c'è stata una particolare dispensa papale per far sì che un officiale di rango differente al Segretario di Stato potesse firmare l'accordo.
Fino ad ora, c'erano sono stati due tipi di incontri bilaterali, uno al livello del Ministero degli Affari Esteri cinesi, che vede la partecipazione di monsignor Antoine Camilleri, sottosegretario vaticano per le Relazioni con gli Stati; e l’altro che include il sottosegretario vaticano della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, mentre la Cina è rappresentata da un ministero degli Affari Esteri, e membri della SARA (l’amministrazione di Stato per gli Affari religiosi) e il Fronte Unito, una coalizione dei partiti legalmente permessi nella nazione.