Rapporti tesi tra Chiesa e governo in Salvador
L’arcivescovo Francisco Ozoria di San Salvador ha mosso forti critiche alla debolezza istituzionale del Salvador, e questo ha raffreddato i rapporti tra Chiesa e governo nel Paese. L’arcivescovo, nella sua omelia, ha anche fatto riferimenti alla crisi della qualità della democrazia.
Durante la Settimana Santa, molti membri del governo hanno lanciato attacchi alla Chiesa cattolica, rilanciando accuse di pedofilia e criticando la Chiesa come non democratica perché l’incarico del Papa è a vita. Questo per contrastare la richiesta della Chiesa di una riforma costituzionale.
Repubblica Ceca, ancora querelle sulla restituzione dei beni ecclesiastici
Prosegue in Repubblica Ceca il braccio di ferro tra Santa Sede e governo sulla restituzione dei beni ecclesiastici sequestrati durante il comunismo. Il partito comunista, sempre più influente, ha fatto approvare alla Camera una proposta di tassazione sul risarcimento che lo Stato dovrebbe dare alla Chiesa.
La proposta del disegno di legge è stato approvato con 114 voti a favore e 57 vot contrari. Il Partito Comunista non è parte della coalizione di governo di centro sinistra del primo ministro Andrej Babis, sebbene abbia dato supporto esterno al governo.
La prima proposta in tal senso era stata approvata dalla Camera di Praga a gennaio, ma il Senato ha bloccato la legge con un voto contrario il mese successivo.
Le Chiese in Repubblica Ceca, insieme ad altre comunità religiose come gli Ebrei, hanno visto la restituzione di parte dei loro beni, mentre sono stati approvati risarcimenti per un totale di circa 2,6 miliardi di euro da restituire in 30 anni.
Le Chiese si oppongono alla tassazione e stanno già pianificando di appellarsi alla Corte Costituzionale se la legge dovesse passare.
Cosa fa la Chiesa Cattolica in Messico per difendere i diritti umani?
Il vescovo Alfonso Miranda Guardiola, ausiliare di Monterrey e segretario generale della Conferenza Episcopale Messicana, ha delineato l’agenda dei diritti umani della Chiesa in Messico di fronte alla Camera dei Deputati messicani lo scorso 23 aprile. Ne dà notizia l’agenzia Fides della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
Il vescovo ha sottolineato che la Chiesa in Messico ha 20 centri per i diritti umani, a vari livelli (religiosi, parrocchiali e diocesani) che operano negli Stati di Mexico, Coahuila, Chiapas, Chihuahua, Oaxaca, Sonora, Tamaulipas, Tabasco, Tlaxcala e Quintana Roo.
Questi centri sono a loro volta parte delle 2466 opere sociali della Chiesa cattolica in Messico. Di questi centri, ci sono: 35 centri di ascolto e accoglienza per le vittime della violenza, 119 case per migranti, 34 centri per bambini e donne che vivono in situazioni di strada, 8 centri di attenzione ai parenti delle persone scomparse, 97 gruppi di impegno verso i detenuti e le carceri, ecc.
Il vescovo Miranda ha notato che i vescovi messicani hanno messo in atto diversi impegni pastorali che mostrano come la Chiesa si impegni per la promozione dei diritti umani.
Tra le priorità della Chiesa c’è quello di “accogliere con carità, accompagnare, difendere i diritti e integrare i migranti che transitano o desiderano rimanere in Messico”.
La Santa Sede alle Nazioni Unite di New York: contro la violenza sessuale sulle donne
Il 23 aprile, si è tenuto presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite un dibattito aperto su “Donne, pace e sicurezza: la violenza sessuale in conflitto”.
L’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, ha condannato l’uso della violenza sessuale come un arma e ha detto che “il silenzio e l’impunità riguardo questi crimini deve finire”, mentre si deve dare spazio all’attribuzone di responsabilità per raggiungere “giustizia e riparazione”.
L’osservatore ha affermato che “donne e ragazze devono avare un ruolo nei meccanismi di pace, specialmente quelle che sono sopravvissute a violenze sessuali dei conflittti”, perché “queste violenze non avvengono solo a causa di organizzazioni terroriste o da bande di criminali”, ma anche da membro delle forze di pace ONU.
L’arcivescovo Auza ha anche chiesto di dare particolare attenzione ai bambini che sono nati da violenza sessuale in conflitto, e sottolineato che i loro diritti umani devono essere rispettati e che devono essere accolti e curati.
La Santa Sede alle Nazioni Unite di New nella Giornata Internazionale del multilateralismo
Il 25 aprile si è celebrata la Giornata Internazionale per il Multilateralismo e la Pace. Alle Nazioni Unite di New York, si è tenuto un incontro plenario di alto livello dell’assemblea generale per commemorarlo, e la Santa Sede ha dato un intervento sul tema.
In particolare, l’arcivescovo Auza ha detto che “le condizioni indispensabili per una diplomazia multilaterale di successo” sono “la buona volontà, la fiducia reciproca e il rispetto, l’onestà, la chiarezza e lo spirito di cooperazione, nonché apertura a trovare soluzioni comuni”.
Seguendo il discorso di inizio anno di Papa Francesco ai diplomatici, l’arcivescovo Auza ha ricordato i quattro punti alla base dell’impegno multilaterale: il primato della legge e della giustizia, la difesa di quanti sono in situazioni vulnerabili, la costruzione di ponti e di pace e una attenzione particolare sul nostro destino comune.
Solo con l’idea di una “famiglia di nazioni” – ha concluso – si potrà rinnovare lo sforzo multilaterale.
L'arcivescovo Balestrero nominato nunzio presso la Repubblica Democratica del Congo
Era stato inviato in Repubblica Democratica del Congo in una situazione difficile, lo scorso 6 luglio. Nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede si leggeva che il Papa aveva disposto di inviare l’arcivescovo Balestrero “nella Repubblica Democratica del Congo, per il disbrigo degli affari ordinari della nunziatura apostolica a Kinshasa”.
Quindi, con la nomina delll'arcivescovo Montemayor come nunzio in Colombia, l'arcivescovo Balestrero era rimasto unico rappresentante di Papa Francesco. Mancava la nomina formale a nunzio apostolico, arrivata adesso dopo le elezioni presidenziali, con una nuova cornice istituzionale.
Il nuovo ambasciatore di Iraq presso la Santa Sede
Amal Mussa Hussain al-Rubaye ha presentato il 27 aprile le sue lettere credenziali di ambasciatore dell'Iraq presso la Santa Sede. Prende il posto dell'ambasciatore Berzinji, che si è candidato alle elezioni presidenziali in Iraq, e forse potrebbe anche toccare a lei la mediazione per un viaggio di Papa Francesco in Iraq: il Papa lo desdererebbe, il Cardinale Pietro Parolin vi è stato a Natale, e di recente arrivato l'invito del vescovo di Erbil Bashar Warda.
Nata nel 1958, laureata in Medicina e specializzata in pediatraia, Hussain al Rubaye è stata Membro del Supremo Comitato preparatorio per la Prima Conferenza Nazionale in Iraq (2004); Membro del Consiglio Nazionale Iracheno temporaneo (2004-2005); Membro dell’Assemblea Nazionale di Transizione (2005-2006); Vice Presidente della Commissione consultativa presso l’Ufficio del Primo Ministro Iracheno (2006-2009); Ambasciatore presso il Ministero degli Affari Esteri (2009).
La sua carriera diplomatica conta gli incarichi di Ambasciatore in Malesia (2010-2013); Ambasciatore in Oman (2013-2017); Capo del Dipartimento Africa presso il Ministero degli Affari Esteri (2017-2018); Capo del Dipartimento Asia e Australia presso il Ministero degli Affari Esteri (2018); Capo del Servizio di pianificazione politica presso il Ministero degli Affari Esteri (2019).
Papa Francesco invia aiuti ai migranti centroamericani bloccati alla frontiera USA
Papa Francesco ha donato 500 mila dollari per l’assistenza ai migranti in Messico, che saranno distribuiti tra 27 progetti di 16 diocesi e congregazioni religiose messicane che hanno chiesto aiuto per continuare a fornire alloggio, cibo ed articoli di prima necessità. Lo ha comunicato l'Obolo di San Pietro.
Dei 27 progetti di assistenza ai migranti, 13 sono già stati approvati per le diocesi di Cuautitlán, Nogales (2), Mazatlán, Querétaro, San Andrés Tuxtla, Nuevo Laredo (2) e Tijuana; così come per le Scalabriniane, la Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria e le Sorelle Josefinas. Altri 14 progetti sono in corso di valutazione.