Il Cardinale Brenes ha anche detto che i vescovi hanno inviato di recente una lettera al presidente Daniel Ortega chiedendo se il governo vuole ancora il loro aiuto, e ha ringraziato “tutto il popolo cattolico del Nicaragua, i miei fratelli vescovi dell’America Latina e del Caribe, e ugualmente i miei fratelli vescovi degli Stati Uniti, Canada Europa e molte diocesi del mondo che la scorsa domenica e durante questa settimana hanno offerto le celebrazioni eucaristiche per noi del Nicaragua”.
Sabato 28 luglio, migliaia di persone hanno partecipato alla grande marcia indetta da diverse organizzazione per sostenere l’opera dei vescovi, che il governo Ortega ha definito golpisti. I vescovi sono stati oggetto di diverse aggressioni, e in particolare se ne è segnalata una contro lo stesso Cardinale Brenes e il nunzio apostolico, l’arcivescovo Waldemir Sommertag.
Il Dipartimento di Giustizia americano mette su una task force sulla libertà religiosa
Il 31 luglio, il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato lo stabilimento di una Task Force sulla Libertà Religiosa. L’annuncio fa seguito al ministeriale sulla libertà religiosa che il Dipartimento di Stato americano ha tenuto tra il 24 e il 26 luglio, e che ha coinvolto anche una delegazione della Santa Sede guidata dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano.
Jim Sessions, ministro della Giustizia statunitense, ha detto che la task force “aiuterà il dipartimento a implementare pienamente le nostre linee guida sulla libertà religiosa, assicurandosi che tutti i componenti del ministero della Giustizia stiano sviluppando le linee guida”.
La nascita della task force è stata lodata dall’arcivescovo Joseph Kurtz di Louisville, già presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, che ha sottolineato come “da americani, comprendiamo istintivamente che le persone debbano essere libere di vivere secondo ciò che considerano essere vero, vale a dire seguendo la propria coscienza”.
L’arcivescovo Kurtz ha anche sottolineato che le organizzazioni religiose fanno un sacco di bene nella società, ma che, in anni recenti, queste organizzazioni hanno trovato sempre più difficile operare secondo la loro fede, a causa di politiche di governo, come il cosiddetto Obamacare. Papa Francesco stesso sostenne il tema della libertà di coscienza durante il suo viaggio negli Stati Uniti nel 2015, andando a visitare le Piccole Sorelle dei Poveri che stavano lottando per poter esercitare il loro diritto ad agire secondo coscienza in tema di contraccezione.
Ma l’arcivescovo Kurtz ha anche parlato di organizzazioni religiose chiuse o messe a rischio dal governo a causa della loro fede, attraverso una recente decisione che esclude i gruppi basati sulla fede dalla possibilità di fornire servizi pubblici, anche se questi servizi sono l’alloggio per i senzatetto, l’assistenza a migranti e rifugiati o la diffusione di pasti agli affamati.
Un incontro tra il Patriarca Caldeo e alcuni ambasciatori in Iraq
Nella serata dal 2 agosto, il Cardinale Louis Raphael Sako, patriarca di Babiloia dei Caldei, ha ricevuto nella sede del Patriarcato a Mosul l’arcivescovo Alberto Ortega Martin, nunzio apostolico in Iraq, e gli ambasciatori di Francia e Italia a Baghdad. All’incontro hanno partecipato anche il vescovo Shlemon Warduni, ausiliare del Patriarca di Babilonia, e il vescovo Mar Basilio Yaldo, ausiliare di Baghdad.
L’incontro è stato annunciato sul sito del Patriarcato Caldeo. La discussione ha riguardato il futuro dei cristiani in Iraq, e in particolare nella regione, ma anche il futuro governo iracheno e il sostegno che i cristiani di tutto il mondo possono dare alle Chiese in Iraq.
Il Cardinale Sako ha inviato una lettera ai politici iracheni che è stata pubblicata sull’agenzia Fides della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nella lettera, il Cardinale Sako sottolineava che “la situazione disastrosa in cui versa l’Iraq rende urgente la formazione di un governo forte di coalizione”, anche per affrontare l’emergenza “dei gruppi armati organizzati su base settaria etnico-religiosa che ancora dettano legge in ampie parti del Paese”.
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L’Iraq è in paralisi politico istituzionale della elezioni dello scorso 12 maggio, e la popolazione scende spesso in piazza per protestare contro una situazione insostenibile, che porta anche a razionamenti di acqua ed elettricità.
Tra i dieci punti sottoposti all'attenzione delle forze politiche irachene, il Primate della Chiesa caldea inserisce anche il suggerimento di riformare la Costituzione e le leggi, ancorandole al “principio di cittadinanza” che faccia prevalere la lealtà verso le istituzioni dello Stato su qualsiasi tipo di affiliazione religiosa o settaria.
Il Patriarcato Latino di Gerusalemme sulla nuova Legge Fondamentale
La nuova Legge Fondamentale dello Stato di Israele dichiara “Israele Stato – Nazione del popolo ebraico”. E il Patriarcato di Latino di Gerusalemme è sceso in campo con una dichiarazione diffusa il 31 luglio, in cui si sottolinea che “la legge è causa di grande preoccupazione”, perché “mentre definisce Israele come lo Stato-nazione del popolo ebraico, non offre nessuna garanzia costituzionale per i diritti degli autoctoni e delle altre minoranze che vivono nel Paese” .
Il Patriarcato si riferisce in particolare ai “cittadini palestinesi di Israele”, un 20 per cento della popolazione che resta “totalmente ignorato dalla legge”, in maniera “inconcepibile”, perché “anche nel caso in cui tale legge non abbia effetti concreti, essa manda un segnale inequivocabile ai cittadini palestinesi di Israele”.
Il messaggio – afferma il Patriarcato Latino - è che i palestinesi in Israele non sono “a casa loro”, considerando anche che la lingua araba è stata “degradata da lingua ufficiale a lingua a statuto speciale”, mentre ci si è assunti “l’impegno di lavorare per lo sviluppo dell’insediamento degli Ebrei sul territorio”.
Si tratta, insomma, di una legge “esclusiva piuttosto che inclusiva, contestata più che consensuale, politicizzata più che fondata sulle norme fondamentali comuni e accettabili per tutte le componenti della popolazione”.