La Santa Sede ricorda che il Papa stesso ha chiesto, nella Querida Amazonia (l’esortazione post-sinodale del Sinodo Speciale sulla Regione Panamazzonica) ha chiesto alla comunità internazionale di “ripristinare la giustizia per gli indigeni e proteggerli dall’esproprio delle loro terre e lo sfruttamento economico”.
La delegazione della Santa Sede ha dunque chiesto di “fornire speciale cura ed attenzione alle comunità indigene e alle loro tradizioni culturali”, perché non vanno considerat solo “minoranze tra le altre”, ma sono piuttosto “partner da includere in tutti i processi decisionali”, come non è successo durante questa pandemia.
Il “ministro degli Esteri” vaticano all’AIEA
La Santa Sede è tra i Paesi fondatori dell’Agenzia Internazionale di Energia Atomica, ed ha particolarmente a cuore i temi del nucleare. Da una parte, la lotta per l’abolizione di ogni arsenale nucleare. Dall’altro, l’apprezzamento per il nucleare “civile” che può anche rappresentare occasioni di sviluppo.
Lo scorso 21 settembre, si è tenuta la 64esima conferenza generale dell’AIEA, e l’intervento della Santa Sede è stato distribuito dall’arcivescovo Gallagher, ministro vaticano per i rapporti con gli Stati.
L’arcivescovo Gallagher ha notato che “questa pandemia senza precedenti” ha portato nuova luce sull’interdipendenza delle nazioni, e ha sottolineato che la Santa Sede supporta le molte attività dell’AIEA che “rafforzano la cooperazione internazionale”, come il progetto ZODIAC; un network globale che permette di sorvegliare, controllare, intervenire su animali che hanno malattie zoonotiche come COVID, Ebola, Influenza Aviaria e Zika.
Il ministro degli Esteri vaticano ha inoltre notato che “la pandemia ha mostrato problemi riguardo le capacità di rilevare il virus”, nonché “la necessità di una migliore comunicazione tra le istituzioni sanitarie nel mondo”, e ha detto che sarebbe auspicabile che “ZODIAC supportasse anche attività di ricerca e sviluppo per nuove tecnologie e metologie per il rilevamento precoce e la sorveglianza delle malattie”.
L’arcivescovo Gallagher, poi, reitera l’aspirazione per un “mondo di pace, libero da armi nucleari”, un mondo che non si appoggi su “un bilanciamento del potere militare”.
Il “ministro degli Esteri” vaticano ha anche sottolineato la “preoccupazione della Santa Sede riguardo i segni di erosione del multilateralismo e la fine dell’ordine basato sulle regole, specialmente nel controllo e bando delle armi nucleari”.
La Santa Sede – ha detto – riconosce il contributo dell’AIEA nel disarmo nucleare, e mostra apprezzamento per l’agenzia per aver “sviluppato strategia per stabilire e migliorare i programmi di radioterapia, in modo da aiutare gli Stati membri a basso e medio reddito di migliorare l’efficace dei loro servizi di medicina radio”.
La Santa Sede supporta anche “le nazioni che usano la scienza e la tecnologia nucleare per monitorare le emissioni e i cambiamenti climatici negli oceani e per mitigare le risorse delle emissioni di gas serra.
FOCUS EUROPA
Il presidente Duda da Papa Francesco
Lo aveva annunciato e ha mantenuto la parola: il presidente polacco Andrzej Duda è stato in visita da Papa Francesco nel primo viaggio del suo nuovo mandato. Il presidente ha incontrato il Papa per la terza volta. Quest’anno, tra l’altro, si celebra il centesimo anniversario della nascita di Giovanni Paolo II e il 40esimo anniversario della fondazione di Solidarnosc.
L’incontro con Papa Francesco è avvenuto il 25 settembre. Dopo, Duda ha fatto una visita alla Comunità di Sant’Egidio, ed è quindi stato intervistato da EWTN, che ha una sezione in lingua polacca.
Parlando di Giovanni Paolo II, il presidente ha detto che la sua generazione si definisce come “la generazione di Giovanni Paolo II”, anche perché lui viene da Crcoavia e “Cracovia era il posto che il Papa ha visitato più spesso nella storia del pontificato”.
Il Papa – ha detto – ha fatto “la cosa più grande si potesse fare ai polacchi in quel tempo: ha mostrato alla generazione dei miei genitori come molte persone in Polonia potessero pensare differentemente”.
Parlando dei temi della presidenza, Duda ha sottolineato che “la famiglia nella mia presidenza e nella mia vita ha un immenso valore”, perché “non c’è nazione né Stato senza una famiglia che ha bambini e che così rinnovi le generazioni”.
L’impegno di Duda è dunque quello di costruire “questa cornice legale e sistemica per far crescere la famiglia”, seguendo tra l’’altro la costituzione polacca, che chiede allo Stato di difendere la famiglia e che definisce il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna”.
Il presidente Duda ha anche raccontato di aver detto al Santo Padre che crede che “in questo periodo in cui siamo pressati da ogni lato da una propaganda anti-cattolica e anti cristiana, completamente opposta ai valori di cui leggiamo nelle Sacre Scritture, siamo chiamati ad opporci con tutte le nostre forze alle correnti che secondo me distruggono la famiglia tradizionale e l’essere umano per come viene compreso”.
Duda ha anche detto che si è impegnato per i cristiani perseguitati, per esempio votando a favore di dichiarazioni o atti legislativi sulla difesa dei cristiani, specialmente in Medio Oriente, ma anche nel Sud Est Asiatico.
Il presidente del Consiglio d’Europa da Papa Francesco
Lo scorso 21 settembre, Rik Daems, presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, è stato ricevuto da Papa Francesco. Secondo lo stesso Daems, lui e il Papa avrebbero parlato dell’ambiente e di come stabilire un forte legame con i Diritti Umani; di violenza contro le donne; di multilateralismo e unità nella diversità
Si congeda l’ambasciatore di Serbia presso la Santa Sede
Era ambasciatore di Serbia presso la Santa Sede dal 2017, Dejan Sahovic, e lo scorso 21 settembre è stato da Papa Francesco in visita di congedo.
Sahovic aveva una lunga carriera diplomatica alle spalle, cominciata già in Yugoslavia e perfezionata alla Nazioni Unite, come funzionario politico nelle missioni sul campo in Cambogia, Sud Africa e Tajikistan. Un inizio carriera in banca, una parentesi come avvocato, ha servito poi nel multilaterale ed è stato dal 2008 al 2012 ambasciatore di Serbia in Ungheria, ed è stato capo della task force della presidenza serba dell’OSCE nel 2015.
Santa Sede e Seerbia hanno relazioni diplomatiche da cento anni, anche se queste furono interrotte dal 1945 al 1970, e poi riprese. Nel 2003, fu stabilita la nunziatura apostolica in Serbia e Montenegro, e nel 2006 nella sola Serbia. Il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha visitato il Paese nel giugno 2018, come parte di un viaggio che toccava il Montenegro. Entrambi gli Stati non sono stati mai visitati da un Papa, e c’era possibilità che il Papa andasse in Montenegro a novembre di quest’anno.
FOCUS NUNZIATURE
Papa Francesco nomina il nunzio apostolico in Angola e Sao Tomé e Principe
Altro nunzio di nuova nomina per Papa Francesco: il 21 settembre, il Papa ha destinato alla nunziatura di Angola e Sao Tomé e Principe monsignor Giovanni Gaspari. Sacerdote dal 1987, laureato in diritto canonico, è nel servizio diplomatico dal 2001, e ha lavorato nelle Rappresentanze Pontificie di Iran, Albania, Messico, Lituania e quindi presso la Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana.
Quest’anno si festeggiano i 45 anni della rappresentanza diplomatica della Santa Sede in Angola: la delegazione era stata istituita nel Paese il 25 febbraio 1975, e fu elevata al rango di nunziatura nel luglio 1997 da San Giovanni Paolo II. Questi ha visitato l’Angola nel 1992, mentre Benedetto XVI vi è stato nel 2009.
FOCUS MEDIO ORIENTE
Il nuovo ambasciatore di Iraq presso la Santa Sede incontra Parolin
Il 21 settembre, Rahman Farhan Al-Amiri, ambasciatore di Iraq presso la Santa Sedee, ha incontrato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. L’incontro ha fatto seguito alla presentazione delle lettere credenziali al Papa.
Una nota dell’ambasciata di Iraq presso la Santa Sede sottolinea come l’ambasciatore abbia spiegato che “l’Iraq è un luogo di incontro per le religioni che concordano sul rispetto per l’essere umano, la dignità la promozione di una cultura di valori e pace”.
L’ambasciatore ha anche insistito sulla volontà del governo di un ritorno degli sfollati e per la riabilitazione di donne e bambini vittime del Daesh.
Dal canto suo, il cardinale Parolin si è detto pronto a lavorare con l’ambasciatore per raggiungere sicurezza e pace in Iraq, indicando che il terrorismo ha lasciato effetti negativi tangibili nella nazione, inclusa la distruzione di aree che erano sotto controllo e il crollo del numero di cristiani a causa dell’emigrazione da 1,5 milioni a 300 mila. Il Cardinale Parolin è stato in Iraq a Natale 2018.
L’ambasciatore ha parlato anche di un eventuale viaggio nel Papa del Paese: Francesco lo aveva annunciato, ed una prima organizzazione era stata messa in piedi. Ora, si dovrà attendere.
FOCUS STATI UNITI
Mike Pompeo in Vaticano
Il suo passaggio a Roma sarà parte di un più lungo tour in Europa, ma il Segretario di Stato americano Mike Pompeo sarà in Vaticano il prossimo 29 settembre, per un incontro con il Cardinale Pietro Parolin, e poi parteciperà il 30 settembre ad una conferenza per la protezione della libertà religiosa che si inserisce nella tradizione dei “ministeriali” sul tema inaugurato dall’amministrazione Trump.
Pompeo arriva però in Vaticano dopo aver pubblicato un intervento su First Things, rivista american neo-con, in cui criticava l’accordo della Santa Sede con Pechino e chiedeva di non rinnovarlo perché in tal caso “il Vaticano metterebbe in pericolo la sua autorità morale”.
Possibile che il tema dell’accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi, che dovrebbe essere rinnovato ad ottobre, sarà oggetto degli incontri di Pompeo. Lo scorso anno, a Roma per un evento promosso sempre dalla rappresentanza diplomatica, Pompeo venne ricevuto in Vaticano da papa Francesco e poi dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin insieme al “ministro degli Esteri” vaticano Paul Richard Gallagher.
L’intervento di Pompeo è stato accolto con un certo fastidio in Vaticano, ma non bloccherà la firma dell’accordo, già decisa.
Potrebbe anche essere che le parole del Segretario di Stato vadano piuttosto a rafforzare l’intesa sino-Vaticana, perché Pechino è oggi più che mai disposta a maggiori concessioni.
FOCUS MIGRANTI
Il Cardinale Czerny per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
Il Cardinale Michael Czerny, sottosegretario della sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha tenuto il 23 settembre un intervento in occasione di un evento per la Giornata Mondiale dei Rifugiati organizzato da Jesuit Refugee Service e l’Unione Internazionale delle Superiori Generali.
Nel suo discorso, il Cardinale ha ricordato che la Giornata Mondiale del Rifugiato si celebra dal 1914, e che quest’anno avrà come tema: “Forzati a partire come Gesù”,
Il cardinale ha detto che il Papa quest’anno ci chiede “di scoprire più profondamente la realtà degli sfollati interni”, anche perché gli sfollati ci “offrono l’opportunità di scoprire parti nascoste dell’umanità e approfondire la nostra comprensione delle complessità del mondo.
Il Cardinale ha sottolineato che le organizzazioni della Chiesa “dovrebbero lavorare insieme e condividere gli stessi obiettivi”. Ha affermato che “mentre la protezione degli sfollati è responsabilità primaria delle autorità nazionali, questa richiede un approccio globale e sforzi condivisi”. Ha messo in luce come gli sfollati possano comunque essere “una forza positiva di cambiamento”, dato che dimostrano “un rimarchevole grado di speranza, resilienza e forza”.
Per questo – ha concluso il Cardinale – “affrontare i bisogni degli sfollati e supportare i loro network e interazioni con i residenti locali aiuterà a costruire la comunità e a muoversi verso il recupero, la coesione sociale, la pace, la sicurezza e lo sviluppo”.