“Mancare la distribuzione dei pasti nutritivi a scuola significa mettere a rischio il futuro di milioni dei bambini poveri del mondo. Rischiamo di perdere una intera generazione.
Secondo una dichiarazione del World Food Program, Beasley ha aggiornato il Papa sull’appello che ha fatto ai miliardari “che sono diventati più benestanti durante la pandemia” perché “si facciano avanti e aiutino a finanziare gli sforzi per supportare affamati e poveri”. Beasley ha anche messo in luce il rischio di carestia in diverse nazioni.
Papa Francesco: solidarietà con chi soffre di Covid-19 nel Caucaso meridionale
A nome di Papa Francesco, la “Fondazione Buon Samaritano” del Dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, attraverso la Nunziatura Apostolica in Tbilisi, ha fatto pervenire una donazione simbolica di centomila euro all’Ospedale Redemptoris Mater di Ashotsk, diretto dai Padri di San Camillo de Lellis, al fine di assistere il numero sempre più crescente di pazienti affetti dal virus Covid-19 nella regione del Caucaso.
Dall'inizio della pandemia, l’Ospedale cattolico ha garantito assistenza gratuita a molti pazienti colpiti dal virus, congiuntamente all’aiuto per sopperire le molteplici forme di povertà della popolazione locale, dato che, secondo Padre Mario Cuccarollo, direttore dell'ospedale camilliano, i recenti conflitti e i disordini sociali hanno messo a dura prova le risorse umane e materiali della sanità. Il dono di Papa Francesco aiuterà all’acquisto di attrezzature sanitarie e forniture mediche per venire incontro alle esigenze sempre crescenti registrate con la seconda ondata dell’infezione virale nella regione.
La “Fondazione Buon Samaritano” è una delle tante fondazioni cattoliche collegate alla Santa Sede (Vaticano) dedicata all’aiuto umanitario. La Fondazione si ispira alla parabola evangelica del Buon Samaritano, che Papa Francesco, nella sua ultima Lettera Enciclica “Fratelli tutti: sulla fraternità e l'amicizia sociale”, ritiene paradigmatica per tutta la Chiesa nell’impegno responsabile di aiuto ai bisognosi.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede a Vienna, nella giornata dedicata all’Olocausto
Il 28 gennaio, monsignor Janusz Urbacnzyk, rappresentante permanenet della Santa Sede al Consiglio Permanente dell’OSCE, ha parlato del giorno di commemorazione dell’Olocausto, che si tiene nell’anniversario della liberazione dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau il 27 gennaio 1945.
In questa giornata – ha detto monsignor Urbanczyk – “ricordiamo la orribile e terrificante persecuzione e sterminio degli ebrei da parte dei nazisti”, ma anche le altre vittime, come i rom e i sinti, i membri delle minoranze nazionali e i credenti di varie fede e confessioni”. Ma la giornata – ha detto il rappresentante della Santa Sede – serve anche a ricordare “quanti hanno protetto le persone perseguitate a rischio delle loro vite, combattendo l’orrenda crudeltà che li circondava”.
La Santa Sede chiede di “fermarsi e riflettere sulle atrocità che hanno avuto luogo”, e ricorda che “negli ultimi anni, abbiamo assistito alla diffusione di un clima di male e antagonismo, in cui l’odio antisemita è stato manifestato in un numero di attacchi in diverse nazioni. Un clima che tristemente non risparmia la regione OSCE”.
La Santa condanna quindi con fermezza “tutte le vecchie e nuove forme di anti-semitismo”.
FOCUS NUNZIATURE
Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, il discorso del nunzio
L’arcivescovo Giovanni D’Aniello, nunzio apostolico in Russia, ha tenuto un discorso lo scorso 21 gennaio in occasione dell’apertura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Partendo dal tema di quest’anno – “Rimanete nel mio amore e portate molto frutto” – l’ambasciatore del Papa ha chiesto di riflettere sulla profondità delle parole di Gesù che chiede ai discepoli di amarsi gli uni gli altri.
“Ripetiamole costantemente - in modo che il loro vero significato ci conquistasse, penetrando nel profondo del nostro essere, ci trasformi e ci permetta di essere amore senza confini, che irrigava i cuori degli altri, in modo che gli stessi sentimenti prodotti dall'amore lo avrebbero germogliano in loro., - pace, giustizia, fratellanza”.
L’arcivescovo ha concluso affermando di non avere dubbi “che continueremo ad adempiere al nostro dovere di promuovere l'unità dei cristiani che Cristo desiderava”.
Malesia, arrivato il nunzio Zaluski
La scorsa settimana, l’arcivescovo Wojciech Zaluski, nominato dal Papa lo scorso 29 settembre nunzio in Malesia e Timor Est e delegato apostolico in Brunei, è arrivato a Kuala Lumpur.
Appena arrivato, rispettando le misure sanitarie, l’arcivescovo è stato testato per il COVID e ora è in quarantena. Ancora non è fissato il giorno di presentazione delle Credenziali.
Il primo “ambasciatore del Papa” in Malesia è stato l’arcivescovo Joseph Marino, che ha tenuto l’incarico dal 2013 al 2019, e ora è presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, la “scuola degli ambasciatori del Papa”.
L’arcivescovo Zaluski, 61 anni, è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1989, ed ha servito nelle nunziature di Burundi, Malta, Albania, Zambia, Sri Lanka, Georgia, Ucraina, Filippine e Guatemala. Nel luglio 2014 Papa Francesco lo ha nominato nunzio apostolico in Burundi.
Il nunzio Thevenin con il Grande Imam di al Azhar
Il 24 gennaio, l’arcivescovo Nicolas Thevenin, nunzio apostolico in Egitto, ha avuto modo di cenare con il Grande Imam di al Azhar Ahmad al Tayyeb. Questi lo ha invitato a Luxor, dove il nunzio si trovava per una visita all’Eparchia di Tebe.
Il nunzio era accompagnato dal vescovo Emmanuel Bishay, eparca di Tebe e già officiale della Congregazione per le Chiese Orientali. I due sono stati nella casa di al Tayyeb a Luxor, e il Grande Imam ha chiesto della salute del Papa.
Quest’anno ricorrono i 188 anni i relazioni diplomatiche tra Egitto e Santa Sede, dato che il primo scambio di ambasciatori tra i due Stati ha avuto luogo nel 1833.
FOCUS EUROPA
C’è sintonia tra Spagna e Santa Sede?
Il 27 gennaio, il ministro degli Esteri spagnolo Arancha Gonzalez Laya, ha affermato che le relazioni tra il governo e la Santa Sede “godono di buona salute” e che c’è “una buona sintonia” grazie alla medesima sensibilità delle due parti in questioni come il cambiamento climatico e la difesa dei Diritti Umani.
Papa Francesco ha ricevuto lo scorso 24 ottobre il presidente del governo Pedro Sanchez, cui ha anche fatto un discorso a braccio.
Secondo il ministro Gonzalez Laya, la sintonia si traduce in questioni più specifiche, come l’educazione o la pratica religiosa in Spagna – ma in realtà, la questione educativa è parte di un forte attrito tra il governo spagnolo e la Chiesa.
Altri punti di attrito hanno riguardato l’esumazione di Francisco Franco e la ridestinazione della Valle de Los Caidos.
Francia – Santa Sede, cento anni di relazioni diplomatiche
La Francia spera di accogliere Papa Francesco nel 2021, per sottolineare i cento anni di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Francia. Una possibilità sarebbe l’incontro della “Famiglia Ignaziana” a Marsiglia nel prossimo novembre, cui il Papa è stato invitato dalla Conferenza Episcopale Francese.
L’ultimo Papa in Francia è stato Benedetto XVI, che ha viaggiato nel Paese nel 2008. Papa Francesco ha toccato suolo francese nel 2014, a Strasburgo, ma ha visitato lì solo il Parlamento Europeo.
I cento anni di relazioni diplomatiche sono piuttosto i cento anni di ripristino delle relazioni diplomatiche. Santa Sede e Francia non si parlarono tra il 1904 e il 1921. Ma le prime relazioni diplomatiche con la “figlia primogenita” della Chiesa risalgono addirittura al 1465.
Un altro anniversario importante riguarda Villa Bonaparte, la sede dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede a Roma da 70 anni. Le mura della villa coincidono con lo spazio della Breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870, un varco attaccato proprio perché proprietà della Francia, al tempo alleata del Papa.
FOCUS AMBASCIATE
L’ambasciata di Taiwan presso la Santa Sede risponde alla chiamata del Papa
All’Angelus del 24 gennaio, Papa Francesco ha pregato per Edwin, un clochard morto di freddo non lontano dalla Basilica di San Pietro. L’ambasciata di Taiwan presso la Santa Sede, come già ha fatto altre volte, ha risposto prontamente alla preghiera del Papa di aiutare i senzatetto di Roma a combattere il freddo.
Così, l’ambasciata ha donato cinquanta “Winter Blessing Bags” (Borse di benedizione invernale) e le ha distribuite ai senzatetto intorno San Pietro. Le borse contengono scaldacollo, scaldamani, mascherine chirurgiche e una mascherina di stoffa lavabile, barrette di ceereali, gel disinfettante per le mani.