In particolare, ha aggiunto, saranno onorati i “particolari contributi del segretario generale Guterres per i suoi molti anni di servizio alla causa della pace, ora come nono segretario generale, e precedentemente come Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Primo Ministro del Portogallo e in molti altri ruoli nel corso degli anni”.
Lo scorso 20 dicembre, Papa Francesco ha ricevuto il segretario generale Guterres e con lui ha filmato un appello congiunto per la pace nel mondo.
La Fondazione Path to Peace è stata fondata nel 1991 per supportare la Missione della Santa Sede e diffondere il messaggio di pace della Chiesa cattolica.
FOCUS EUROPA
Verso una rappresentanza pontificia in Armenia
La nunziatura di Armenia è storicamente legata con la nunziatura in Georgia, il nunzio risiede a Tbilisi. Ci potrebbe, però, essere presto una sede della nunziatura anche a Erevan, retta da un incaricato di affari che si dedichi esclusivamente ai rapporti della Santa Sede nella prima nazione cristiana.
Lo scorso 4 marzo, l’arcivescovo José Avelino Bettencourt, nunzio apostolico in Gerogia e Armenia, ha incontrato a Erevan il primo ministro armeno Tigran Avinyan.
Secondo un comunicato dell’ufficio del vicepremier, Avinyan ha detto che la stretta collaborazione tra Armenia e Santa Sede è basata non solo sui valori cristiani, ma anche sulla comune eredità storica e gli stessi approcci nell’affrontare varie sfide del mondo contemporaneo.
Entrambe le parti hanno espresso confidenza che, con sforzi comune, sarà possibile sviluppare ulteriormente e rafforzare le relazioni bilaterali, e hanno anche discusso la possibilità di aprire una residenza della nunziatura apostolica in Armenia.
L’intervento dell’arcivescovo Auza alla Conferenza Episcopale Spagnola
Durante l’assemblea plenaria della Conferenza Episcopale Spagnola, che ha eletto come presidente il Cardinale Omella Omella, arcivescovo di Barcellona, è intervenuto anche l’arcivescovo Bernardito Auza, nunzio apostolico della Santa Sede in Spagna.
Nel suo intervento, l’arcivescovo si è in particolare soffermato sul lavoro fatto per preparare i nuovi statuti della conferenza episcopale, che – ha detto- “godono già del riconoscimento della Santa Sede con data 3 dicembre 2019”.
In più, il nunzio si è congratulato per il successo del recente congresso dei Laici, cui Papa Francesco ha inviato un messaggio. “Questa sinodalità – ha detto l’arcivescovo Auza - si prepara partendo dalle istanze della vostra collegialità. Essa deve essere vissuta da ciò che il Papa chiama la ‘mistica’ di vivere insieme”.
Citando Evangelii Gaudium, il nunzio ha sottolineato che da quella sinodalità “si può valutare l’esercizio congiunto del ministero episcopale in relazione a quei problemi che, concernendo tutte le comunità diocesane, devono essere affrontati con criteri e iniziative comuni”.
FOCUS AMERICA LATINA
L’ausiliare di Belo Horizonte parla alle Nazioni Unite
Lo scorso 2 marzo, il vescovo Vicente de Paula Ferreira, ausiliare di Belo Horizonte, ha preso la parola al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per discutere della difficile situazione che si vive in Brasile.
Il vescovo di Belo Horizonte si è in particolare soffermato sugli effetti delle attività delle imprese minerarie, in particolare per i disastri nelle miniere, come l’ultimo episodio di Brumadinho, del 25 gennaio 2019, che ha causato 272 tra moriti e disperis.
Il vescovo è vicepresidente della Commissione Episcopale per l’Ecologia integrale e le miniere della Conferenza Episcopale Brasiliana. Il vescovo de Paula Ferrerira ha denunciato che “sebbene il brasile sia stato considerato come un esempio di buone pratiche, la realtà differisce dalla legislazione del Paese, per questo il vescovo ha chiesto che “il governo del Brasile ratifichi l’accordo di Escazù”. Approvato da 24 Paesi nel marzo 2018, l’accordo di Escazù è il primo trattato ambientale di diritti umani in America Latina e Caribi, e ha come obiettivo di garantire l’accesso all’informazione della partecipazione dei cittadini e all’accesso alla giustizia negli affari ambienti. Anche il Brasile ha firmato l’accordo, ma non lo ha ratificato.
Il vescovo de Paula Ferreira ha ricordato che è già passato un anno dalla strage di Brumadinho e cinque anni da quella di Mariana, disastri che hanno provocato la continuazione “degli effetti nocivi sulle comunità locali e sull’ambiente”, mentre ci sono “40 mila imprese a rischio di collasso o a rischio di danni nello stato di Minas Gerais, la cui capitale è appunto Belo Horizonte.
Papa Francesco, in particolare, aveva preso a cuore la strage di Brugadinho, e nel maggio 2019 inviò in Brasile monsignor Bruno-Marie Duffé, segretario del dicastero per lo Sviluppo del Servizio Umano Integrale. Non solo: ad un anno dalla tragedia, Papa Francesco ha registrato un video in cui si chiedeva ai fedeli che offrissero “solidarietà alle famiglie delle vittime, un appoggio all’arcidiocesi e a tutte le persone che stanno soffrendo e che necessitano del nostro aiuto”.
Il vescovo ausiliare di Belo Horizonte ha infine sottolineato che “non sarà possibile realizzare progressivamente il diritto ad un ambiente sicuro, limpido salutare e sostenibile in Brasile se il governo non assume i suoi obblighi internazionali, inclusa la prevenzione e la garanzia che le imprese siano responsabilizzate e combattano l’impunità come un impedimento per evitare che disastri criminosi accadano ancora una seconda volta”.