Una situazione drammatica, che ha luogo proprio mentre si celebra il Settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo. Un anniversario che “ci dovrebbe ricordare – ammonisce l’arcivescovo Jurkovic – che la dignità dei nostri bambini è a rischio e che il miglior interesse del bambino dovrebbe essere una priorità in ogni situazione umanitaria”.
In particolare, i diritti umani all’educazione e alla salute “formano il futuro di ogni bambino”, ma i bambini non possono trarre beneficio “da questo o altri diritti umani se non vengono registrati alla nascita”. Ci serve anche un percorso di “educazione e sviluppo”, perché altrimenti i bambini potrebbero diventare una “generazione perduta”.
La Santa Sede chiede di prevenirlo, concedendo accesso a “cittadinanza, salute, educazione e promozione di una cultura di rispetto de diritti umani e della dignità umana di ciascun bambino”.
Per questo, la Santa Sede fa appello a comunità internazionale, governi, società civile e organizzazioni non governative perché questi “collaborino strettamente per proteggere i bambini”, facendo dell’interesse del bambino una delle line guida dell’azione internazionale, da proteggere “in tutte le circostanze e senza condizioni”, con la consapevolezza che “il futuro è nelle mani dei bambini”.
I bambini – prosegue l’arcivescovo Jurkovic – "necessitano attenzione da parte di tutti i membri della famiglia umana che devono condividere la responsabilità di proteggere e di aiutarli a godere della dignità che è stata data da Dio”.
Proteggere le minoranze cristiane
La missione permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra ha anche co-organizzato, insieme alla Missione Permanente di Polonia, con la sponsorizzazione della Missione di Ungheria e di Giordania e di ADF International, un convegno per chiedere la protezioen delle minoranze da parte delle Nazioni Unite, chiedendo risposte più veloci contro minacce contro quella dell’ISIS.
Robert Clarke, direttore dell’Advocacy Europea di ADF International, ha sottolieneato che “nessuno dovrebbe essere perseguitato a causa della propria fede”. Clarke ha messo in luce che “i rifugiati cristiani che sono scappati dell’ISIS ci hanno detto che si sono sentiti completamente abbandonati”. Per questo – ha aggiunto – “dovremmo rivisitare il nostro meccanismo legale e politico per assicurarci che I diritti umani siano protetti”.
Come proteggere i gruppi vulnerabili in caso di conflitto armato? Ahmed Shaheed, Special Rapporteur della Libertà di Religione e di Fede delle Nazioni Unite, ha affermato nel suo rapporto annuale che tutti i governi dovrebbero avere il dovere di proteggere le minoranze religiose e garantire il diritto alla libertà religiosa per ogni cittadino.
L’arcivescovo Ivan Jurkovic ha detto che è necessario lavorare per “garantire libertà di religione e di credo per tutti. Questo è il primo passo verso una coesistenza pacifica”.
Nel suo intervento, il nunzio ha sottolineato che “la protezione delle minoranze religiose è una delle responsabilità più urgenti della comunità internazionale”, e denunciato che questa protezione “o manca o è affrontata in maniera inadeguata dalle Nazioni Unite e dal sistema internazionale”.
Sebbene recentemente la situazione abbia causato un certo interesse da parte dei governi, la discriminazione continua, mentre “la persecuzione contro i cristiani oggi è peggio che nei primi secoli della Chiesa, e ci sono più martiri cristiani oggi che in quell’era”.
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Il nunzio ha poi sottolineato che “la protezione e le limitazioni” sono due elementi chiave in ogni dibattito sul diritto fondamentale alla libertà religiosa. La quale – afferma – “non riguarda solo il culto o il credo privato. Si tratta piuttosto della libertà di vivere, privatamente e pubblicamente, secondo i principi etici che vengono da principi religiosi”.
È un appello alla libertà di coscienza, che si unisce ad un appello a tutti i credenti di qualunque denominazione religiosa essi siano.
“In un mondo – ha messo in luce l’arcivescovo Jurkovic - in cui varie forme di moderna tirannia cercano di sopprimere la libertà religiosa o tentano di ridurla ad una subcultura senza il diritto ad avere voce nella pubblica piazza, o usano la religione come un pretesto per odio e brutalità, è imperativo per i seguaci di tutte le religioni di unire le loro voci nel chiedere pace, tolleranza e rispetto per la dignità e i diritti degli altri".
La settimana alle Nazioni Unite di New York
Comincia, alle Nazioni Unite di New York, una delle settimane più dense di impegni, perché dal 12 al 23 marzo si riunisce la Commissione sullo Status delle Donne. Si tratta di una commissione annuale che si focalizza sull'avanzamento delle donne del mondo. È la 62esima sessione, e i temi principali del dibattito riguarderanno le opportunità e le sfide per le donne che vivono in situazioni rurali.
Durante questa settimana, ci saranno cinque eventi ospitati dall'Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite, che in questo modo punta a scuotere le coscienze. Il tema, infatti, è cruciale. Spesso, dalla Commissione sullo Status delle Donne sono arrivate le posizioni più inaccettabili, come la rivendicazione dell'aborto come un diritto e la difesa a oltranza dei diritti di salute sessuale e riproduttiva.