Libertà religiosa, una lettera aperta al presidente della Commissione EU
Fino a quest’anno, la Commissione UE ha avuto un inviato speciale per la libertà religiosa. La posizione era stata creata nel 2016, a seguito del conferimento del Premio Carlomagno a Papa Francesco, ed era stata occupata da Jan Figel. Questi aveva ottenuto anche alcuni buoni successi, come la liberazione di Asia Bibi, la donna pakistana cristiana che era stata condannata a morte per blasfemia.
Fino ad ora, la commissione presieduta da Ursula von der Leyen non ha ancora ristabilito l’inviato speciale per l’Unione Europea. Per questo, lo scorso 14 maggio, una serie di esperti sulla libertà religiosa internazionale hanno inviato all’Unione Europea una lettera aperta, chiedendo maggior impegno nella protezione del diritto fondamentale alla libertà religiosa a tutto il mondo.
La lettera è nata all’Interno della Tavola rotonda sulla libertà religiosa internazionale.
Nella lettera, gli esperti notano i crescenti attacchi alla libertà religiosa o credo in tutto il mondo, così come gli attacchi alla libertà di pensiero, coscienza e religione in tutto l’ultimo decennio e chiede all’Unione Europea di essere leader nel difendere questi diritti a livello internazionale.
Secondo i numeri, l’83 per cento della popolazione mondiale ha vissuto in nazioni livelli di restrizioni alti o molto alti e ostilità nel 2017. La percentuale era del 79 per cento nel 2015, del 74 per cento nel 2014 e del 68 per cento nel 2007.
C’è stata, dunque, una crescita esponenziale delle restrizioni religiose, che hanno diverse forme: dalle leggi della blasfemia in Pakistan alle leggi anti conversione in India, fino agli attacchi concreti a persone prese di mira a causa della loro religione, come i musulmani in Nuova Zelanda, i cristiani in Sri Lanka, gli ebrei a San Diego, la crisi dei Rohingya in Myanmar.
Taiwan sarà supportata dalla Santa Sede per diventare osservatore all’Organizzazione Mondiale della Sanità?
Taiwan è un esempio di successo nel gestire la pandemia. Da più di un mese, nell’isola non ci sono stati casi di contagi da coronavirus, mentre da poco più di una settimana non ci sono contagi arrivati dall’estero.
Taiwan ha subito affrontato il rischio pandemia, e ha anche avvertito l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella quale però non ha status.
Così, dagli Stati Uniti è partita la richiesta, condotta da tre deputati del Congresso, di consentire a Taiwan di essere invitato a partecipare come osservatore alla Assemblea Mondiale della Salute di quest’anno”.
I parlamentari USA hanno sottolineato che “tra il 2009 e il 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rifiuto 130 richieste di Taiwan su 187 e che la Repubblica Popolare Cinese ha fatto varie pressioni perché non invitasse il Paese – che Pechino considera “una provincia ribelle” –come osservatore agli ultimi tre incontri mondiali.
Il supporto degli Stati Uniti lascia pensare alla volontà di usare Taiwan in chiave anti-cinese, per aumentare le pressioni e portare a degli interventi. Taiwan, allo stesso modo, è in cerca di riconoscimento internazionale, e la Santa Sede è l’unico partner affidabile.
La Santa Sede è silente sulla questione, un po’ perché non vuole indispettire la Cina, e un po’ perché sta cercando di comprendere il modo migliore di affrontare la situazione. Di certo, nel momento in cui si sta delineando il rinnovo dell’accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi, la Santa Sede non tenderà a prendere posizione per Taiwan o per nessun altro Stato.
Irlanda, il Primo Ministro si incontra con i vescovi
In vista della “fase 2” di contrasto al coronavirus, Leo Varadkar, Taoiseach (Primo Ministro) di Irlanda ha incontrato il 14 maggio gli arcivescovi Eamon Martin, Diarmuid Martin e Kieran O’Reilly nelle loro qualità di presidente, vice presidente e segretario della Conferenza Episcopale Irlandese.
L’incontro è avvenuto con lo scopo di scambiare opinioni sulla riapertura dei luoghi di culto durante l’estate. La Chiesa ha condiviso le informazioni sul lavoro che hanno fatto a tutti i livelli per sviluppare un piano nazionale per la riapertura sicura della Chiesa e ha detto che farà la sua parte nell’applicare pubbliche misure sanitarie.