La Chiesa è stata impegnata in una mediazione all’inizio della crisi, ma poi è stata accusata dal governo di essere golpista. I vescovi sono stati attaccati, e l’ausiliare di Managua, José Silvio Baez, è stato richiamato a Roma per ragioni di sicurezza. Alle ultime trattative ha preso parte come osservatore agli ultimi incontri tramite il nunzio, l’arcivescovo Waldemar Sommertag.
Il Cardinale Ranjith rifiuta di incontrare candidati presidenziali
Il Cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha rifiutato di incontrare candidati presidenziali finché le indagini sugli attacchi di Pasqua in Sri Lanka non siano terminate. Il Cardinale aveva già denunciato che gli attacchi che hanno messo lo Sri Lanka sotto shock nel giorno di Pasqua avevano una matrice politica, e attaccato il governo di aver sottovalutato i segnali della preparazione. Secondo l’arcivescovo di Colombo, c’è un chiaro tentativo di nascondere la verità. “Non vogliamo che il governo o i politici tentino di usare questa situazione per avere vantaggi. Vogliamo piuttosto che si uniscano e facciano azioni appropriate. Questo è ciò che ci aspettiamo”, ha detto in una conferenza stampa.
L’arcivescovo ha sottolineato che non solo il governo, ma anche l’opposizione ha mostrato un interesse, e che ancora non sono state rese note le conclusioni delle indagini sugli attacchi.
Il Cardinale Ranjith ha detto che le elezioni stanno per essere usate per distogliere l’attenzione dagli attacchi di Pasqua, e che la gente vuole giustizia e non le elezioni.
Santa Sede alle Nazioni Unite di New York: per i bambini in conflitto armato
Lo scorso due agosto, si è tenuto un dibattito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su bambini e conflitti armati.
Nel suo intervento, la Santa Sede ha sottolineato che bambini e conflitti armati non dovrebbero mai essere menzionati nella stessa frase, ma purtroppo questa è una triste realtà per molti ragazzi e ragazze nel mondo che porta loro danni fisici, emozionali, psicologici e sociali.
La Santa Sede ha rimarcato la necessità di esaminare "le cause alla radice della situazione", incluso il tentativo di estremisti di radicalizzare realtà socio economiche, mettendo in luce com, anche quando non sono reclutati come soldati, i bambini "soffrono gli effetti della guerra" anche a causa della distruzione di scuole, centri medici e case e la perdita delle famiglie.
Per questo, la Santa Sede appoggia il protocollo opzionale della Convenzione dei diritti del fanciullo riguardo i bambini in conflitto armato, perché "il supporto ai bambini deve includere i bambini nella situazione molto vulnerabile di essere concepiti e nascere come un risultato di una violenza sessuale derivante dal conflitto".
La Santa Sede all’Autorità Internazionale sui Fondali Marini
Lo scorso 26 luglio, si è tenuta a Kingston, in Giamaica, la 25esima sessione dell’Assemblea della Autorità Internazionale sui Fondali Marini. La Santa Sede è rappresentata dalla Missione ONU di New York. In assenza dell’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente, è stato monsignor Tomasz Grysa a leggere la posizione della Santa Sede.
La Convenzione ONU sulla Legge del Mare ha stabilito in 25 anni una cornice legale per la gestione dei fondali marini. La Santa Sede apprezza il lavoro, ma ha anche sottolineato che, nonostante gli sforzi, “lo stato degli oceani ha continuato a peggiorare” e che si spera che “l’Accordo di Parigi, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e le negoziazioni in corso per la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse minerali aiuteranno a risolvere la situazione”.
La Santa Sede ha sviluppato il suo ragionamento in tre punti. Il primo: gli oceani sono un dono che dobbiamo custodire e gli dobbiamo gestire con cura e responsabilità, non usare per sfruttamento; il secondo: i benefici economici devono essere bilanciati con conservazione e sostenibilità. Il terzo: dobbiamo essere consapevoli dei conflitti di interessi nella cosiddetta “Economia Azzurra”, ora emergente, per meglio armonizzare sostenibilità, profitto economico e rispetto dei regolamenti.
Una mostra alle Nazioni Unite contro il traffico di esseri umani
Sarà alle Nazioni Unite di New York fino al 2 agosto la mostra Nuns Healing Hearts della fotografa Lisa Kristine. La mostra è organizzata in collaborazione con la Missione della Santa Sede all’Onu, la Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, di cui è presidente e membro del Consiglio Stefano Zamagni, e la Galileo Foundation, visitabile nel Palazzo di Vetro di New York fino al 2 agosto. Lo scorso maggio, Papa Francesco stesso aveva visitato la mostra allestita nell'Aula Paolo VI.
La mostra è stata inaugurata la scorsa settimana, e vi ha partecipato anche l’arcivescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. A lui, Papa Francesco aveva affidato il compito di dirigere i lavori dell’Accademia verso il focus particolare della tratta delle persone. .
L’arcivescovo Sanchez Sorondo ha ripercorso il magistero papale sul tema, ha notato come ilfenomeno, infatti, rimane profondamente radicato in alcuni Paesi, come India, Sudan e Mauritania, ma sottolineato anche come sia un errore considerare la tratta come un risvolto delle nazioni in via di sviluppo, perché anche nei Paesi più sviluppati, la schiavitù “riappare sotto nuove forme come lavoro forzato, prostituzione, traffico d’organi e sfruttamento minorile”.
Secondo l’arcivescovo Sanchez-Sorondo, l'impegno anti- tratta del Papa Papa coincide con gli obiettivi di sviluppo sostenibile inseriti dalle Nazioni Unite nell'Agenda 2030, che mirano a porre fine alla povertà, alle disuguaglianze e a incentivare lo sviluppo sociale ed economico. Anche le moderne forme di schiavitù sono al centro dell'interesse dell'Agenda, come esemplificato dall'Obiettivo 16: "Ridurre crimini violenti, sfruttamento della prostituzione, lavoro forzato e violenza sui minori sono chiari obiettivi globali". Come sottolinea il cancelliere, dunque, sradicare queste forme di schiavitù non solo coincide con la dottrina sociale della Chiesa, ma è "un imperativo morale per tutte le donne e gli uomini della nostra generazione che seguono un mandato proveniente sia dei capi religiosi che dalle istituzioni politiche".
La presentazione delle credenziali del nunzio in Lituania
Il nuovo nunzio in Lituania, l'arcivescovo Petar Rajic, era arrivato in Lituania lo scorso 9 luglio, accolto dalla Conferenza Episcopale Lituana. Il 10 luglio, ha presentato le lettere credenziali al presidente Dalia Grybauskaitė, che officiava uno dei suo ultimi atti nel più alto ufficio di Lituania.
Grybauskaite ha sottolineato che le relazioni bilaterali tra Lituania e Santa Sede sono particolarmente vicine e buone, e che c'è stato un continuo supporto della Santa Sede per la Lituania nella sua strada verso l'indipendenza e il consolidamento della democrazia.
Santa Sede e Lituania, spiega un comunicato della presidenza, sono "unite nell'aiutare nazioni come l'Ucraina e la Georgia, che sono forzate a combattere le aggressioni e le sue conseguenze".
Secondo la presidenza, la discussione è stata sui valori comuni dell'Unione Europea e della Santa Sede, e nella fattispecie pace, democrazia, diritti umani e dignità. La Lituania ha espresso apprezzamento per l'impegno della Santa Sede per i poveri e i rifugiati e per la promozione dei diritti umani e dell'inclusione delle donne. Si è parlato anche della lotta contro la propaganda.
Altro tema di discussione, la visita di Papa Francesco in Lituaniam considerato un dono perché "l'incontro con il Papa ha rafforzato la fede del popolo lituano".