Vilnius , venerdì, 28. settembre, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Un incontro di circa un’ora, nella nunziatura apostolica, tra la commozione per l’esperienza dell’arcivescovo Sigitas Tamkevicius, scampato alle prigioni del KGB e alla deportazione in Siberia, e anche i consigli per la lettura. Papa Francesco ha incontrato i gesuiti della Provincia lituana che include Lettonia e Lituania nella sera del 23 settembre, appena dopo essere stato al Museo dell’Occupazione. Accanto a lui, in quel Museo, c’era il vescovo Tamkevicius, ancora emozionato per il fatto che Papa Francesco fosse stato in un posto che significava tanto per lui.
Tra i presenti, anche il vescovo di Kaunas, Lloinginas Virbalas, anche lui gesuita, che ha accompagnato Francesco fino ad Aglona. Anche il diacono che aveva cantato il Vangelo nella Messa a Kaunas, che ha radunato 100 mila persone, era un gesuita: si chiama Eugenijus Puzyna, e sarà ordinato sacerdote l’1 dicembre.
L’incontro era ovviamente riservato, anche se Padre Antonio Spadaro, direttore di Civltà Cattolica, ha rivelato qualcosa in un tweet, raccontando in un tweet che si è trattato di un “incontro meraviglioso, gioioso all’inizio, ma poi anche molto profondo".
Di cosa hanno parlato i gesuiti e Papa Francesco? In attesa della trascrizione approvata dal Papa, che comparirà come di consueto su La Civiltà Cattolica, qualche cosa filtra dalla conversazione.
Si è trattato di un incontro informale. I gesuiti della provincia sono 34, con un solo novizio, ma non tutti si trovano nei Paesi baltici, e infatti erano presenti all’incontro i gesuiti di origine lituana degli Stati Uniti. Quattro sono i vescovi gesuiti della zona, mentre non c’è nessun gesuita in Estonia, sebbene il vescovo Joseph Profittlich, il primo martire del Paese e amministratore apostolico finché non fu deportato dai sovietici, fosse appunto un gesuita.