Roma , sabato, 5. aprile, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Tre nuovi vescovi si sono insediati in altrettante diocesi italiane lo scorso fine settimana. E’ avvenuto a Crotone-Santa Severina, a Jesi e a Grosseto.
Proveniente da Milano, nella diocesi calabrese è arrivato Alberto Torriani come nuovo arcivescovo accolto nel Pala Milone della città: la cattedrale è chiusa per lavoro. Il Capitolo Cattedrale, come prevede in questi casi la consuetudine, ha accolto l'arcivescovo nella chiesa dell'Immacolata, che in questo periodo sostituisce la Cattedrale, chiusa per restauri prima della celebrazione guidata, all’inizio dell’Amministratore, l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Claudio Maniago che ha consegnato al neo arcivescovo il bastone pastorale, che simboleggia il compito di cura e guida che caratterizzano il ministero del vescovo. Nella sua prima omelia – domani il presule celebrerà la sua prima messa nella concattedrale di Santa Severina – ha espresso il desiderio di una chiesa capace di accogliere: “Vorrei che la nostra Chiesa fosse così capace di accogliere, di far sentire ogni persona amata senza giudizi” ed ha invitato tutti a rialzare chi è caduto, a restituire dignità alle persone ferite e a camminare insieme come un corpo vivo”.
Paolo Ricciardi – proveniente dalla diocesi di Roma dove era vescovo ausiliare - ha fatto, invece, l’ingresso a Jesi sabato scorso. “Non potevo immaginare – ha detto - che Dio mi attendesse un giorno qui a Jesi ancor prima che come vescovo come figlio peccatore, non avrei mai potuto pensare che a questa festa del mio e del nostro perdono - passatemi la battuta - fosse versato il vino nuovo con il sapore del verdicchio, eppure è così e di questo sono veramente felice”.
Intanto, dopo l’assemblea sinodale delle chiese in Italia – conclusasi in Vaticano giovedì – si riprende con le iniziative giubilari.
A Grosseto ha fatto ingresso il nuovo Vescovo di Grosseto e Pitigliano-Sovana-Orbetello, Bernardino Giordano nel pomeriggio di domenica scorsa. Originario di Saluzzo è stato Vicario generale della delegazione pontificia di Loreto. Nella sua omelia, la prima da vescovo della Maremma, ha tratto spunto dalla domenica laetare. Una domenica “particolarmente impegnativa, ma anche di gioia – ha sottolineato – perché se non facciamo festa non sappiamo neanche riconoscere il cammino che stiamo facendo. L’orientamento della nostra penitenza è, infatti, la gioia: il digiuno, l’elemosina la preghiera sono per un incontro!”. Questa domenica – ha aggiunto - è un continuo richiamo alla nostra vita interiore. Riflettiamo, allora, davanti a Dio, su come siamo chiamati a ricostruire i nostri legami. Fossimo anche nel peccato più grave dobbiamo sapere che c’è un Dio che ci aspetta”.