Roma , sabato, 4. gennaio, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Mercoledì scorso, 1 gennaio, Giornata Mondiale della Pace. Nelle settimane scorse il messaggio di Papa Francesco e tra il 31 dicembre e il 1 gennaio tante le marce per la pace nelle diocesi italiane.
A partire dalla marcia nazionale, arrivata alla 52 edizione, che quest’anno si è svolta a Cagliari su iniziativa del movimento cattolico internazionale Pax Christi, di Caritas Italiana, dell’ Ufficio per i Problemi sociali e del lavoro della CEI e dell’ Azione Cattolica Italiana, in collaborazione con il Comitato promotore della Marcia della pace in Sardegna e il Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale. Come tutte le edizioni della Marcia nazionale, anche questa è stata dedicata a un’opera-segno locale: quest’anno si è scelto di destinare i proventi raccolti al progetto “Elen Joy”, opera per le vittime della tratta, portata avanti dalle suore Figlie della carità San Vincenzo de’ Paoli. Sono stati circa duemila le persone presenti alla marcia che hanno raggiunto il Santuario della Bonaria dopo aver attraversato la città. Tra gli interventi quelli di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, dell’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro e del vescovo Luigi Bettazzi che ha partecipato a tutte le 52 marce finora promosse.
Durante la celebrazione, presieduta dall’arcivescovo Arrigo Miglio, amministratore della diocesi di Cagliari (domani l’ingresso del nuovo arcivescovo Giuseppe Baturi) è stato ribadito con forza che la pace va custodita e difesa.
In diverse città italiane e del mondo la marcia “Pace in tutte le terre” promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. A Roma la marcia ha raggiunto Piazza San Pietro per ascoltare l’Angelus di Papa Francesco. Il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha sottolineato l’importanza di una mobilitazione importante, non solo per il numero, ma per la presenza di tutte le generazioni: “È un popolo che insieme comincia l’anno all’insegna della pace” e che è pronto a difenderla in un mondo pieno di troppe contrapposizioni: “La pace va difesa sempre altrimenti viene schiacciata dai potenti. Non siamo destinati a vivere in una cultura dello scontro. La pace è il futuro. Siamo qui anche a nome di chi soffre per le tante guerre di questo mondo: la loro sete di pace va ascoltata. Ognuno di noi può fare molto. Che quello che inizia sia un decennio di pace”.
Marcia anche nella diocesi di Ravenna-Cervia il 31 dicembre guidata dall’arcivescovo Lorenzo Guizzoni. La marcia è stata anche “salutata” da papa Francesco all’Angelus: “Estendo il saluto e l’incoraggiamento a tutte le iniziative per la pace – ha detto nei saluti finali – che le Chiese particolari, le associazioni e i movimenti hanno promosso in questa Giornata della pace: incontri di preghiera e fraternità accompagnati dalla solidarietà con i più poveri. In particolare, ricordo la Marcia della Pace che si è svolta ieri pomeriggio a Ravenna”. Una citazione, hanno fatto notare i promotori, arrivata in maniera del tutto inaspettata: “Davvero non ce l’aspettavamo – racconta Luciano di Buò, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro -, non sappiamo da cosa derivi questa citazione, ma questa notizia ci incoraggia e ci riempie di gioia”.
“Per costruire la pace – ha spiegato l’arcivescovo Ghizzoni al termine della marcia – serve speranza ma soprattutto gente che spera. Gli operatori di pace non stanno ad aspettarla passivamente. La pace va conquistata, con il dialogo contro il conflitto, passando dall’odio al dialogo e poi alla fratellanza”. Marcia della pace anche nella diocesi di Oppido Mamertina-Palmi alla presenza del vescovo Francesco Milito. L’iniziativa svoltasi, come ogni anno, a Polistena, è promossa dall’ Associazione “Il Samaritano” in collaborazione con la parrocchia Santa Marina Vergine, duomo della città, la diocesi, il Centro polifunzionale Padre Pino Puglisi, il coordinamento territoriale di Libera e i ragazzi e le ragazze del Servizio Civile Universale della parrocchia.
A Torino rappresentanti di diverse religioni si sono ritrovate al Sermig per chiedere insieme il dono della pace nella costruzione del bene comune contro l’emergere di odio e violenze sia da parte della politica sia da fondamentalismi di vario genere. A promuovere l’incontro il coordinamento interconfessionale “Noi siamo con Voi” . In un messaggio l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha sottolineato che la “cultura dell’incontro tra persone che si riconoscono fratelli e sorelle rompe ogni cultura della minaccia, dell’estraneità o del rifiuto”. Per Nosiglia nel contesto in cui viviamo “diventa sempre più urgente testimoniare ogni giorno e in qualsiasi circostanza della vita, anche sociale, che si può e si deve scommettere sulla forza del bene che
vince il male, su un progetto di società assicurato da una giusta e
pacifica solidarietà tra tutte le persone, differenti tra loro ma
parte della stessa umanità”. Alla fine un documento dal titolo “2020 Un clima di Pace”.