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Cristo trasforma il futuro in una gioiosa attesa. XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

Il commento al Vangelo domenicale di S. E. Mons. Francesco Cavina

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La liturgia della santa Messa, quando ormai mancano pochi giorni alla fine dell’anno liturgico, ci ricorda che oltre alla prima venuta del Figlio di Dio nell’umiltà della carne umana, ce ne sarà un’altra nella gloria alla fine dei tempi. Questa seconda venuta è chiamata dalla Scrittura: “Il Giorno del Signore”.

L’evangelista san Marco ci presenta questa verità di fede con un linguaggio particolare, il linguaggio apocalittico, già presente negli scritti dei profeti Isaia, Ezechiele, Daniele e nel libro dell’Apocalisse di Giovanni. San Marco, dunque, ci dice che il cosmo diventerà caos, che il sole e la luna si spegneranno e gli astri cadranno. In una parola, tutto è destinato a finire. Non per la distruzione o l’annientamento, ma per una trasformazione che darà inizio ad un mondo nuovo dominato dal Figlio di Dio, che verrà sulle nubi del cielo. E finalmente la felicità sazierà abbondantemente il cuore degli uomini e sarà pace e amore eterni.

La venuta di Cristo giudice verrà, non importa il tempo; verrà e non importa indovinare il giorno, ma avere mente e cuore che guardano in alto, anche per invertire la marcia di questa storia che sembra risucchiata sempre più verso il basso. Non ci deve spaventare perchè si tratta di una promessa, non una minaccia. I cristiani dei primi secoli, dopo avere ascoltato le parole di Gesù che anche noi abbiamo ascoltato oggi, si mettevano tranquillamente a pregare e invocavano: “Vieni, Signore Gesù!”. Si tratta di un’invocazione che noi ripetiamo nella santa Messa dopo la consacrazione. Quando Cristo si è reso realmente presente sull’altare, ma nascosto sotto le apparenze del pane e del vino, noi gli manifestiamo il desiderio di vederlo glorioso faccia a faccia. Cristo è il destino grande della nostra vita. Sant’ Agostino commenta:” Che sorta di amore per Cristo sarebbe il nostro se temessimo che egli venga?”.

Oggi il Signore ci ricorda anche un’altra consolante notizia. Nell’incontro con Lui nella Parola e nei sacramenti la vita eterna, il regno di Cristo sono già presenti, il futuro è già cominciato. Tutto il nostro cammino è un procedere verso l’eternità, oltre la storia. Gesù nel Vangelo dichiara: “Questa è la vita eterna che conoscano te, unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”.  Queste parole ci mettono in guardia: la crescita del Regno di Dio su questa terra non può essere confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umana, ma risiede nell’amicizia di Cristo.

L’incontro con Lui, infatti, apre non solo verso gli ultimi tempi, ma permette di vivere anche serenamente l’oggi perchè la presenza del Signore Gesù nella nostra vita trasforma la solitudine umana in comunione, la preghiera in dialogo, il futuro in una gioiosa attesa, rafforza l’ impegno a santificarsi, a glorificare Dio,  e a costruire la civiltà dell’amore. Infatti, quando incontreremo il Signore faccia a faccia, e quel giorno viene per tutti, ciascuno, spoglio di tutto, avrà in mano solo il suo cuore d’ uomo e sarà interrogato sull’ amore per Dio e i fratelli.

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