Roma , lunedì, 25. gennaio, 2021 9:00 (ACI Stampa).
È dal 2002 che la Corea del Nord mantiene il triste primato della nazione dove i cristiani sono più perseguitati. E sul podio, anche questa una costante abbastanza frequente, ci sono Afghanistan e Somalia, seguiti poi da Libia, Pakistan, Eritrea. Per comprendere, però, la gravità della situazione servono i numeri: 80 milioni di cristiani in più perseguitati rispetto al 2019, 4761 persone uccise a causa della loro fede in Cristo, 4488 le chiese distrutte.
Sono i dati del rapporto che l’associazione cristiana (senza denominazione confessionale) Open Doors pubblica ogni inizio dell’anno. Si chiama World Watch List, copre il periodo che dall’1 ottobre 2019 al 30 settembre 2020, ed è una analisi ampia e documentata dei casi di persecuzione anticristiana nel mondo. Ma non sono solo cifre. Ci sono anche storie, e sono storie che, in molti casi, fanno rabbrividire.
Se la Corea del Nord è triste primatista della speciale classifica, il posto dove i cristiani sono più uccisi è la Nigeria, al punto che si arriva persino a parlare di un quasi genocidio di cristiani nel Paese.
In totale, sono 80 milioni in più i cristiani perseguitati rispetto al 2019. Vengono uccisi in media 13 cristiani al giorno, mentre lo scorso anno sono stati arrestati senza processo e incarcerati 4277 cristiani e rapiti 1710.
In Corea del Nord, “maglia nera”, si stima ci siano oltre 70 mila cristiani nei campi di lavoro per via della loro fede. Ma nella classifica sono da segnalare Yemen, Iran, Nigeria e India, che occupano dalla sesta alla decima posizione della classifica, mentre la Cina fa un balzo dal 23esimo posto del 2019 al 17esimo del 2020 a causa della nuove restrizioni alla libertà religiosa e di culto dei cristiani cinesi.