Marrakech , giovedì, 4. febbraio, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Si chiama “Dichiarazione di Marrakech” ed è stata firmata lo scorso 27 gennaio da circa 250 tra leader musulmani ed evangelici riuniti in Marocco. È una dichiarazione che ha una portata storica: chiede alle Nazioni islamiche di difendere i cristiani dalle persecuzioni.
Si legge nella dichiarazione: “Chiediamo ai vari gruppi religiosi legati dalla stesso tessuto nazionale di affrontare il loro mutuo stato di armonia selettiva che blocca le memorie di secoli di convivenza sulla stessa terra. Chiediamo loro di ricostruire il passato nel ravvivare questa tradizione di convivialità, e di restaurare la nostra comune fiducia che è stata erosa dagli estremisti che hanno usato atti di terrore e aggressione”.
La dichiarazione è stata stilata in una conferenza a Marrakech, in Marocco, dove erano presenti non solo musulmani, ma anche rappresentanti di tutte le comunità religiose perseguitate, inclusi i cattolici caldei. L’idea era di dare una risposta alla persecuzione delle minoranze religiose da parte dell’autoproclamato Stato Islamico, che ha mietuto vittime e creato profughi specialmente tra gli yazidi e i cristiani in Iraq.
Il testo base è stata la Carta di Medina, una dichiarazione di Maometto che serviva a mettere fine ad un conflitto tribale e che includeva una serie di responsabilità per il mondo islamico, inclusa la protezione delle minoranze religiose.
Chi ha voluto e organizzato l’incontro è stato un pastore protestante del Texas, che più volte è stato in Marocco e ha creato un network con i leader musulmani, fino a creare la strada verso la conferenza di Marrakesch insieme al suo amico Imam Muhammad Magid.