Per questo Frisina ha ricordato che il compositore liturgico deve percepire la sua attività come una vocazione.
Ed è per questo che, ha spiegato monsignor Guido Marini Maestro delle celebrazioni pontificie, che anche la collocazione del coro stesso nello spazio celebrativo nn deve far diventare il coro protagonista come fosse uno spettacolo, al contrario tutta la celebrazione è rivolta verso il centro: Gesù Cristo.
La liturgia del resto è azione della Chiesa e per questo sarà sempre il canto a doversi sottomettere al testo e mai il contrario. Un tema molto sentito dai membri delle corali presenti nell’ Aula Paolo VI.
Più di tremila persone da ogni parte d’Italia, ma anche di molta parte del mondo, un mondo di voci e persone di ogni livello, dai musicisti raffinati ai semplici cantori delle parrocchie di ogni età che hanno a lungo applaudito quando monsignor Marini ha parlato del “noi “ della Chiesa come guida per la liturgia.
Il canto è chiamato ad essere servitore del testo liturgico, questa è stata una delle questioni centrali affrontati.
Perché il compito del coro è anche quello di accompagnare oltre che guidare e di evangelizzare, di far sentire quella “meraviglia” che è la liturgia.
Compito del coro è evangelizzare, ecco perché la composizione deve anche avere una attenzione alle “schole minori” ai cori delle parrocchie, e all’intero Popolo di Dio.
E per questo anche “testi con caratteristiche soggettive ed ambigue -ha detto Frisina- non sono adatti al canto liturgico in quanto sarebbero visioni personali e soggettive della fede e non oggettive ed universali”.
Fondamentale allora il ruolo della fede dei coristi e dei compositori. Come ha ricordato monsignor Marini “un coro deve essere composto da uomini e donne che vivono con intensità la propria relazione di fede con il Signore, che trovano in Lui il senso della loro vita che desiderano crescere nell’adesione al Vangelo, che pregano abitualmente e che si confessano frequentemente, che hanno un percorso di vita spirituale.”
Per questo allora la musica sacra, liturgica respira a due polmoni, come ha ricordato Frisina, da una parte musica che parla di Dio e con Dio è musica e poesia, dall’altra il servizio alla liturgia, perché è la Chiesa che prega con la musica.
E sottolinea Marco Frisina: “Tutti gli abusi che in questi decenni si sono perpetrati nei confronti della musica liturgica nascono da alcuni equivoci che hanno visto allontanare i musicisti dalla composizione liturgica semplicemente perché non vi trovavano le strutture solite del genere “sacro”. Ma non si deve guardare indietro, ma avanti perché la liturgia respira la tempo della Chiesa, non è contemporaneità, stile e forma, ma è l’ “oggi “ di Dio.
Il Meeting prosegue oggi e domani mattina ci sarà l’incontro con il Papa e nel pomeriggio di sabato un grande concerto di tutte le corali insieme sarà guidato da Marcio Frisina.
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