Città del Vaticano , martedì, 20. dicembre, 2016 14:00 (ACI Stampa).
Si era all fine del 500, Roma era una città cristiana che custodiva le reliquie di Pietro e Paolo e di centinaia di martiri, e il Papa decise di far arrivare le reliquie di altri due apostoli: Filippo e Giacomo. Papa Pelagio fa costruire una basilica dedicata a tutti gli Apostoli e nell’altare pone le reliquie dei due Apostoli.
Alla fine del 1800 una prima ricognizione recupera i resti. La scelta è di riporli in una cripta sotto l’altare maggiore che abbia un po’ il sapore delle catacombe e riporti ai primi tempi del cristianesimo. E ora, ancora una volta, le reliquie sono state studiate. Nel restauro della cripta i Frati Francescani che curano la chiesa dei Santi Dodici Apostoli a Roma decidono una ricognizione. Quasi nove mesi di studi ed esami che si sono conclusi ieri, 19 dicembre, con la solenne chiusura della teca di vetro che contiene i resti dei due Apostoli.
Una cerimonia commovente, solenne e ufficiale. A guidarla il vescovo ausiliare di Roma Centro Ruzza, che ha formato con studiosi e insieme al parroco e Fra Marco Tasca, ministro generale dei Minori Conventuali che dal 1400 officiano la basilica.
“ Che forza il gesto di Papa Pelagio di riportare le reliquie degli Apostoli in una città ridotta ad un villaggio di 8 mila persone” dice Padre Aniello Stoia il parroco, spiegando ai fedeli la storia delle reliquie e la scelta della nuova sistemazione.
Sarà un sarcofago paleocristiano ad accogliere la teca in cristallo ed acciaio, sigillata con la ceralacca e che custodisce la pergamena con il rogito che illustra gli studi fatti. Una testimonianza per il futuro. Il parroco ha spiegato che il sarcofago era nel chiostro del Palazzo dei Santi Apostoli e che già un suo predecessore aveva ipotizzato di usare un sarcofago per custodire le reliquie.