Il nuovo direttivo ha cominciato il suo mandato con una Messa per l’Europa celebrata dal Cardinale Jozef de Kesel, arcivescovo di Bruxelles, nella chiesa di Notre-Dame du Sablon.
Come sarà la nuova presidenza del COMECE? In generale, l’arcivescovo Hollerich ha un profilo più pastorale del Cardinale Marx, ed ha un particolare orientamento per la pastorale giovanile. Recentemente, ha chiamato con sé in Lussemburgo padre Michel Remery, il creatore del progetto “Tweeting with God”, per portare avanti il suo lavoro di dialogo con i giovani.
Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1981, formatosi in Belgio e Lussemburgo, l'arcivescovo Hollerich è partito per il Giappone nel 1985. Lì, ha studiato lingua e cultura giapponese, e ha studiato teologia all’Università Sophia di Tokyo, che è stata anche la fucina in cui si formarono i generali gesuiti Pedro Arrupe e Adolfo Nicolas.
Terminati gli studi a Francoforte, l'arcivescovo Hollerich è stato ordinato sacerdote nel 1990, è tornato in Giappone dove ha avuto vari incarichi all’università Sophia: insegnante dal 1994, cappellano degli Studenti dal 1999, vicerettore della comunità dei Gesuiti della Società e vice rettore dell’Università Scelta.
Benedetto XVI lo ha chiamato nel 2011 a guidare la piccola diocesi di Lussemburgo. Attualmente, l’arcivescovo Hollerich è presidente della rete “Giustizia e Pace Europa”, composta da più di trenta commissioni nazionali, che interviene in pubblico su temi come giustizia sociale, costruzione della pace e protezione dell’ambiente.
È questo il profilo chiamato a succedere al Cardinale Reinhard Marx, che è reduce dal processo europeo avviato con il dialogo (Re)Thinking Europe. Lo stesso comunicato stampa del COMECE sottolinea che l’arcivescovo Hollerich è chiamato a capitalizzare il successo dell’iniziativa e di rafforzare il dialogo con l’Europa.
“Sono pronto a lavorare con tutte le persone di buona volontà che si dedicano al rispetto e alla protezione della dignità umana”, ha dichiarato l’arcivescovo Hollerich, che è al COMECE dal 2011.
All’interno della commissione, l'arcivescovo ha grandemente contribuito a portare avanti un dialogo attivo tra le istituzioni europee e la Chiesa.
“I cristiani – ha detto durante il 13esimo incontro di alto livello della Commissione Europea – non sono un gruppo di interesse che parlano a favore delle religioni, ma cittadini europei impegnati a costruire l’Europa, la nostra casa comune”.
L’eredità del Cardinale Marx, o perlomeno il tono da lui impresso alla sua presidenza, è contenuto nell’ultimo editoriale di Europeinfos. “Nonostante il forte attaccamento ai nostri Paesi e culture – ha scritto l’arcivescovo di Monaco - noi come Chiesa universale dobbiamo anche dare una testimonianza comune e non possiamo pensare solo in base a categorie nazionali”.
Il Cardinale Marx ha anche sottolineato che, nell’Europa di oggi,
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“la Chiesa ha un ruolo importante da svolgere. È una costruttrice di ponti tra Oriente e Occidente, tra persone e opinioni”.
Tra i temi lanciati, la questione di un maggiore e più fruttuoso legame tra COMECE e CCEE, il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. Anche in questo, l’arcivescovo Hollerich, da tempo membro del CCEE, potrà dare un contributo.