Pechino , giovedì, 1. settembre, 2022 14:00 (ACI Stampa).
C’è una delegazione vaticana in Cina, per discutere il rinnovo dell’accordo tra Pechino e Santa Sede sulla nomina dei vescovi. Il negoziato – presumibilmente l’ultimo prima di una eventuale firma - è cominciato il 28 agosto e continuerà fino al 2 settembre. Che, però, tutto porti ad un rinnovo dell’accordo lo testimonia la scelta del nuovo capo dell’Associazione Patriottica in Cina.
L’Associazione, fondata nel 1957, è l’organismo governativo cui i sacerdoti devono essere iscritti, per mostrare buona volontà e appunto patriottismo. Dopo l’accordo sino vaticano, le pressioni di Pechino per l’iscrizione all’Associazione erano diventate insistenti, tanto che dovette intervenire il Cardinale Fernando Filoni, allora prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, per chiarire la situazione.
Al termine della X Assembla Nazionale dei rappresentanti cattolici cinesi, che si è tenuta nella ormai nota città di Wuhan, dunque, monsignor Giuseppe Li Shan, arcivescovo di Pechino, è stato eletto presidente dell’Associazione Patriottica, mentre monsignor Shen Bin, vescovo di Haimen, guiderà il Consiglio dei vescovi cinesi, l’organismo collegiale non riconosciuto dalla Santa Sede.
Come detto, la nomina di Li Shan sembra un segno di distensione, perché questi fu consacrato vescovo nel 2007, con il consenso della Santa Sede, secondo una procedura in vigore prima dell’accordo sino-vaticano del 2018 che segnò, di fatto, una distensione di rapporti delineata dalla lettera di Benedetto XVI ai cattolici di Cina. Li Shan visse momenti duri anche per aver auspicato una visita di Benedetto XVI in Cina.
Monsignor Shen Bin, 52 anni, era già vicepresidente del Consiglio dei vescovi cinesi, e dunque per lui si tratta di una promozione. Si tratta di un prelato in vista, non inviso a Pechino, tanto che negli ultimi sei anni ha sempre presentato la relazione dell’attività della Chiesa in Cina. È stato più volte in Italia.