Per la beatificazione del Cardinale Mindszenty si attende solo il miracolo. Perseguitato dal primo governo comunista Era stato arrestato come sacerdote dai comunisti di Bela Kun già nel 1919, e fu arrestato di nuovo dai nuovi dominatori sovietici, trascorrendo in prigione tra il 1949 e il 1954.
Il cardinale Mindszenty fu poi mandato agli arresti domiciliari, e liberato dalla Guardia Nazionale durante la Rivoluzione del 1956.
Quando i sovietici ristabilirono il vecchio regime, si rifugiò nell’ambasciata USA di Budapest, e non poté partecipare ai conclavi del 1958 del 1963. Nel 1971, il Cardinale Mindszenty poté finalmente lasciare l’ambasciata USA, e andò a Roma per poi stabilirsi a Vienna. Seppure ottantenne, cominciò a girare il mondo per dare conforto alle comunità ungheresi.
Sebbene la sua sia una storia di martirio, alla fine la sua causa di beatificazione è iniziata come confessore della fede, perché non morì come martire. Gergely Kovacs, postulatore della causa di beatificazione del Cardinale, sottolinea che comunque “la storia della sua vita ci dimostra che lui è un martire bianco, perché è stato martirizzato, anche se non ucciso. Abbiamo fatto ricerche interessanti riguardo la sua vita. Negli ultimi anni di prigionia soffrì di due gravi malattie a stomaco e polmoni. Queste malattie, dopo la sua liberazione, sono tornate dopo quattro o cinque anni”.
Per questo, si poteva pensare che la sua causa fosse definita come martirio propter aerumnas, ovvvero a causa delle sofferenze, una formula già usata per la beatificazione di Teofilo Matulionis in Lituania e del vescovo greco-cattolico Iuliu Hossu in Romania.
Tuttavia, “la causa è iniziata come confessore della fede e deve terminare come confessore della fede”, spiega Kovacs. Il postulatore sottolinea anche che ci sono gruppi di preghiera per la beatificazione del Cardinale Mindszenty persino in Nigeria. Si calcola che ogni giorno vengano elevate un milione e mezzo di preghiere per propiziare la beatificazione. Tuttavia, “ci sono stati casi, ma non sono miracolosi. C’era un caso su cui avevamo riposto molte speranze, ma purtroppo nell’anno in cui questo miracolo è accaduto in Ungheria la medicina non era così avanzata da poter permettere di definire se fosse una guarigione miracolosa o meno”.
János Benner
Padre Benner è già beato. Era un sacerdote di Szombathely, e il regime comunista lo credeva un oppositore per via della sua azione pastorale. Il vescovo gli propose un trasferimento per ragioni di sicurezza, ma lui rispose di fidarsi pienamente di Dio.
“Si tratta – dice Kovacs – di un esempio molto bello. Era giovane. Gli avevano chiesto di andare a portare i sacramenti ad un uomo malato e lui era andato con l’Eucarestia. Durante il viaggio fu ucciso brutalmente con 32 coltellate, da un gruppo di più di dieci poliziotti. Fu trovato morto tenendo ancora in mano la teca con l’Eucarestia.”
Era chiaro che l’omicidio fosse deliberato. Si trattava, spiega Kovacs, di “un sacerdote molto bravo, stimato dai giovani, e in quegli anni dopo la rivoluzione del 1956 il partito comunista voleva rafforzare il suo potere sulla Chiesa cattolica. Il Partito Comunista diede il comando di fermarlo o di avvisarlo, ma i poliziotti andarono oltre”.
La storia del beato Batthiany, e la santità della moglie
Poi c’è una storia che il Papa incrocerà: la causa di beatificazione di Maria Teresa Coreth, la moglie del beato Batthiány-Stratman, che fu beatificato nel 2003. Al beato è intitolato l’istituto per ciechi che Papa Francesco ha visitato la mattina del 29 aprile.
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László Antal János Lajos Batthyány-Strattmann era conosciuto come “il dottore dei poveri”. Era un artistocratico, un principe, che visse tra il 1870 e il 1931, e che scelse la professione civile invece di godere dei privilegi del suo status aristocratico.
Sesto di sei figli, si ritrovò presto senza padre, che abbandonò la famiglia, e senza madre, la contessa Ludovika Batthyány, che morì quando il beato aveva appena 12 anni. Ebbe una parte di vita tumultuosa, studiò all’Università di Vienna in diversi corsi, tra cui chimica, filosofia e storia della musica, ebbe una figlia illegittima di cui si prese cura fino alla fine, e solo nel 1896 scoprì la sua vocazione a studiare medicina.
Nei quattro anni che lo portarono alla laurea, incontrò la contessa Maria Theresia Coreth zu Coredo und Starkenberg, e la sposò nel 1898. Ebbero dodici figli. Il beato László non smise mai gli studi, e divenne prima chirurgo, e poi oftalmologo. Aprì il primo ospedale rurale di Ungheria a Kittsee.
Anche la moglie era in odore di santità, e Gergely Kovacs sottolinea che “c’è grande devozione per lei”, e che anzi alcuni la considerano “ancora più santa” del marito. Tuttavia, quando si aprì la causa di beatificazione per Batthyány-Strattman, si preferì non aprirne anche un’altra per la moglie, per ragioni pratiche. Non era ancora il tempo delle canonizzazioni delle coppie di sposi, che invece poi sono diventate sempre più frequenti.
I martiri francescani
C’è poi la causa dei “martiri francescani”, ovvero di Bernát Károly e compagni, tutti francescani, tutti uccisi in odio alla fede in epoca comunista.