Roma , sabato, 25. settembre, 2021 19:09 (ACI Stampa).
Per la prima volta il CCEE è guidato da un arcivescovo europeo che non è nato sul suolo europeo. Per la successione del Cardinale Angelo Bagnasco alla guida del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa i vescovi hanno scelto l’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, nato a Washington nel 1961 nella diaspora lituana. Ad affiancarlo come vicepresidenti il Cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, ma anche presidente della COMECE e relatore generale del prossimo sinodo dei vescovi; e il vescovo László Német, presidente della Conferenza Episcopale dei Santi Cirillo e Metodio, che raggruppa i vescovi di Serbia, Montenegro, Kosovo e Macedonia del Nord.
“I primi due anni del mio mandato – ha detto l’arcivescovo Grušas nel suo primo incontro con la stampa dopo l’elezione – saranno quelli del passaggio sinodale, perché anche il CCEE entra nel processo del sinodo sulla sinodalità. Lo Spirito, in questo senso, ci invitato a lavorare non solo come Chiese locali e Chiese nazionali, ma anche come CCEE continente di Europa”
Con la loro scelta, i vescovi europei hanno così dato una svolta generazionale alla presidenza dei vescovi. A Grušas hanno affiancato un cardinale molto vicino al Papa e un vescovo dell’area balcanica, una zona delicata e importante per la Chiesa in Europa. Ed è una nuova presidenza che guarda più ad Oriente, secondo una alternanza non formalizzata ma che è sempre valsa da quando il CCEE è composto dai presidenti di conferenza episcopale: la scorsa presidenza aveva due vescovi dell’Ovest (il Cardinale Bagnasco presidente, il Cardinale Nichols vicepresidente) e uno da Oriente (l’arcivescovo Gadecki, vicepresidente), ora – rimarca l’arcivescovo Grušas “sono stati scelti un membro da oriente, uno dal centro Europa (la Lituania è il centro geografico di Europa) e uno da occidente, secondo uno schema che supera la dicotomia oriente – occidente perché “ogni parte di Europa ha le sue sfide, ci sono le sfide generali e ci sono le sfide di ogni conferenza episcopale, di ogni Paese”.
Il nuovo presidente nota anche che non è un ostacolo il fatto che il Cardinale Hollerich, vicepresidente, sia anche presidente della COMECE, perché da tempo si auspica una maggiore sinergia tra CCEE e COMECE, mentre il Cardinale Hollerich sottolinea che, in fondo, le sfide sono condivise, e che questo sarà concreto quando a marzo 2022 si terrà la III edizione delle Giornate Sociali Europee.
Ha spiegato il Cardinale Hollerich: “La COMECE osserva le politiche europee, mentre la CCEE ha uno sguardo più ampio, di una pastorale sociale per tutta l’Europa, è bene che ci sia questa collaborazione per le giornate sociali, perché dopo la pandemia la povertà anche in Europa sarà più grande