Roma , venerdì, 27. maggio, 2022 15:00 (ACI Stampa).
Conclusi, nella inconsueta location dell’Hilton Rome Airport, i lavori della 76/ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, oggi si è svolta la conferenza stampa conclusiva del neo Presidente, Cardinale Matteo Maria Zuppi, nominato dal Papa martedì scorso al posto dell’uscente Cardinale Gualtiero Bassetti.
“Questo cammino sinodale della Chiesa Italiana – ha spiegato il Cardinale Zuppi - è molto importante: primato del Papa, collegialità dei vescovi e sinodalità. Sono tre pezzi costitutivi e profondamente uniti. Abbiamo vissuto questi giorni con questa consapevolezza, e hanno partecipato a questa assemblea i riferenti del cammino sinodale, molti laici e anche donne. E’ una cosa che mi ha fatto molto piacere. Il cammino sinodale non è una ricerca sociologica ma è la Chiesa che si mette ad ascoltare e l’ascolto è un atteggiamento spirituale. L’ascolto è la scelta della Chiesa. Giovani ed anziani sono delle nostre priorità. Così come i morti sul lavoro e la violenza sulle donne”.
“C’è la pandemia della guerra – ha aggiunto l’Arcivescovo di Bologna - con l’accoglienza, la grande sfida della durata: deve esserci una accoglienza che dura nel tempo con il conseguente inserimento. Ci sono anche gli altri pezzi delle guerre mondiali come Afghanistan e Libia. Dalle pandemie dobbiamo imparare il cambiamento. Tutto ciò che si fa per il dialogo è auspicabile, mi auguro ci sia un piano di pace, il più possibile europeo e non si ragioni solo nella logica delle armi trovando una composizione diplomatica. La legittima difesa è un diritto ma il più grande diritto è quello alla pace. Non possiamo abituarci alla guerra, perché è una tragedia.”.
“Il discorso degli abusi: c’è stata tanta attenzione – ha sottolineato il Presidente della CEI - frutto del lavoro di più di un anno, il pensiero va sempre alle vittime ed è la prima preoccupazione. Tra i vescovi si è registrata una discussione vera, reale. La scelta è stata quella di fare una cosa seria, vera, dovuta alle vittime e alla Chiesa che disonoriamo. La Chiesa sta dalla parte delle vittime anche quando queste sono provocate dai suoi figli. Dobbiamo rafforzare i servizi diocesani per i minori e le persone vulnerabili e i centri d’ascolto, al momento al 70% delle diocesi italiane. Il 18 novembre pubblicheremo un primo report nazionale perché lo dobbiamo, è un impegno per noi. Il report d’ora in poi sarà annuale. E’ molto importante la collaborazione con la Congregazione per la Dottrina della Fede e con l’Osservatorio del ministero della Famiglia. Non va fatto solo un discorso quantitativo ma anche qualitativo. Deve essere insieme, non vogliamo sfuggire. C’è la volontà serenamente e dolorosamente di chiarire, qui si valuta con esattezza. Non c’è un problema di copertura, ma di serietà. Non vogliamo cantarla e suonarla da soli. Vogliamo una chiarezza giusta e vera. Non vogliamo sfuggire e ci prendiamo le responsabilità che dobbiamo prenderci. Per i vescovi che hanno insabbiato ci sono procedure molto serie e molto severe. Il discorso dei risarcimenti è aperto, c’è un aspetto giuridico e non si può dare una risposta generale. Esaminiamo i casi dal 2000 non per scantonare, c’è poi lo Stato che ha delle regole. Per noi non c’è una prescrizione morale”.
Infine una chiosa sul suicidio assistito. “La dottrina della Chiesa – ha concluso il Cardinale Zuppi - è chiarissima. La vicinanza alla sofferenza resta il punto di partenza fondamentale”.