Assisi , venerdì, 9. ottobre, 2020 17:00 (ACI Stampa).
Assisi diventa per Carlo Acutis una “Città Eucaristica” con momenti di Adorazione in diverse chiese del centro storico. Assisi, città simbolo della pace e dell'umiltà, in questi giorni pullula di pellegrini e fedeli da tutto il mondo che fanno visita al prossimo beato. Per le strade si respira un clima di festa, ma allo stesso tempo di preghiera. Proprio come amava fare San Francesco festeggiando per Dio e le sue creature, ma sempre pregando e innalzando lodi al Signore.
Sono tante le persone di Assisi che custodiscono gelosamente nel loro cuore un ricordo legato al giovane beato. Ad Assisi Carlo veniva spesso con la sua famiglia, mamma Antonia e papà Andrea.
Per esempio c'è il signor Francesco, 80 anni, che si ricorda perfettamente Carlo da piccolino. Nel suo volto c'è tanta commozione. "La sua tomba ad Assisi prima era accanto a quella della mia mamma. Carlo è italiano, è di Assisi, è importante per noi, domani sarò sicuramente alla Basilica a celebrarlo. Io sono di Santa Maria degli Angeli, andrò in centro per lui". Il signor Francesco racconta anche che è nato lo stesso giorno del poverello di Assisi. Doppio legame quindi con Carlo e il poverello.
Poi c'è Padre Roberto Gazzaniga, accompagnatore spirituale e incaricato della pastorale dell’Istituto Leone XIII, storica scuola della Compagnia di Gesù a Milano, che ricorda lo studente Carlo Acutis. "Ho il ricordo di un ragazzo di un'affabilità, una signorilità e dlicatezza d'animo veramente notevole. Carlo era un ragazzo che spiccava non solo per la sua grande intelligenza, ma per le sue doti naturali di sensbilità che pero non ha imposto ai suoi compagni, ma con grande naturalezza. Aveva una passione per la vita, Carlo per il nostro ginnasio è stato un dono. Nelle scuole cattoliche si rintraccia più rivalità, più competizione, questo è saputo, ma nessuno è riuscire a sporcare Carlo, una cosa straordinaria. Nessuno ama stare all'ombra degli altri, soprattutto a 15 anni, ma la cortesia di Carlo era riconosciuta da tutti. Era disponibile a stare vicino a chi faceva più fatica, con moltà maturità dava una mano ai suoi compagni e questo non è sfuggito a nessuno", dice tutto d'un fiato l'accompagnatore spirituale.
"Quando lui entrava a scuola dalla parte posteriore, e non quella principale, aveva la sensibilità di salutare sempre il portinaio. Cosa che nessun ragazzo fa, con le cuffiette nelle orecchie di questi tempi. Invece Carlo era signorile in questo. Lui parlava con tutto il personale della scuola. Io gli avevo chiesto di farmi un power point sul volontariato per i ragazzi del liceo, ma non ha mai fatto in tempo a donarmelo. Quando ho saputo della sua malattia sono corso in ospedale, ma era morto. Era vestito con la stessa tuta e le scarpe da ginnastica che ha ora, proprio qui al Santuario della Spogliazione. Aveva uno charme non comune. accompagnatore spirituale dei liceali", continua ancora Padre Roberto nel ricordo di Carlo.