Città del Vaticano , sabato, 15. maggio, 2021 14:00 (ACI Stampa).
È stata costituita come organo della Curia, e con un regolamento proprio, la Pontificia Commissione per le Attività del Settore Sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa. I suoi membri sono stati rinnovati nel giugno 2020, per un mandato triennale, come da statuti. Eppure, di questa commissione non c’è alcuna traccia nell’Annuario Pontificio 2021, e nemmeno sulla pagina della Curia Romana del sito del Vaticano, dove tra l’altro si trova anche la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, recentemente costituita come fondazione di diritto pontificio (a onor del vero, poi la commissione si ritrova tra le pagine interne).
Tra curiosità, nomine e assenze dell’annuario pontificio, spicca dunque l’assenza di questa commissione stabilita a fine 2015. L’obiettivo della commissione era di fungere da controllo e vigilanza su come le strutture sanitarie gestite dalle Congregazioni religiose gestiscono denaro e beni.
La commissione nasce quando ci sono diversi casi da gestire. Il più importante è noto è quello del crack dell’IDI, Istituto Dermopatico dell’Immacolata che si era ritrovato con 800 milioni di euro di debiti a causa di una sistematica appropriazione indebita dei fondi da parte di alcuni amministratori, e aveva dovuto dichiarare bancarotta nel 2012. Proprio nel 2015, la Segreteria di Stato vaticana ha acquisito l’ospedale, tirandolo fuori dalla bancarotta amministrata dallo Stato italiano, attraverso una partnership for profit con l’ordine religioso che aveva posseduto e gestito l’ospedale.
Ma c’è anche il caso, più recente, dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, che rischia di essere venduto per un altro crack finanziario. Senza contare il caso dei Camilliani, ordine che gestisce 114 ospedali nel mondo, fondato da San Camillo de Lellis nel XVI secolo con il compito preciso di “dare servizio completo alla persona inferma” ed “essere scuola di carità per coloro che condividono il compito di assistenza agli infermi”. Proprio sul controllo di un ospedale, quello di Santa Maria della Pietà a Casoria, vicino Napoli, si è consumata una vicenda che ha portato nel 2012 all’arresto del superiore dei Camilliani, padre Renato Salvatore, condannato a tre anni di reclusione nel 2019.
Sono dati che non vogliono dimostrare che nella Chiesa ci sono gli scandali, ma piuttosto che quando le gestioni diventano solo manageriali e perdono di vista il loro carisma fondante, perdono con il carisma anche la capacità della corretta amministrazione. Ed era questo lo scopo della commissione.