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Alla vigilia della conclusione del Cammino sinodale in Germania ancora polemiche con Roma

La settimana scorsa due teologhe una filosofa e una giornalista hanno lasciato il Cammino

Le quattro dissidenti  |  | CNA Le quattro dissidenti | | CNA

Che succederà nella Chiesa cattolica in Germania? Negli ultimi giorni arrivano dal paese notizie controverse. Lo scorso 23 febbraio ad esempio in una lettera pubblicata il 1 marzo il presidente della Conferenza episcopale Bätzing scrive che i vescovi tedeschi prendono le "preoccupazioni" della Santa Sede sul serio. La lettera è indirizzata al Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, al Prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede della Fede, il cardinale Luis Ladaria SJ, e al Prefetto del Dicastero per i Vescovi, il cardinale Marc Ouellet PSS.

Nella lettera  Bätzing parla di un progetto che potrebbe durare altri tre anni per entrare nelle questioni teologiche e che nelle trascrizioni dei colloqui della visita ad Limina non vede grandi punti di contrasto.

Si tratta della questione di un "consiglio sinodale" che i vescovi tedeschi volevano creare e che è stato fermato dalla santa Sede. Ma Bätzing prende tempo e rimanda a dopo la plenaria della prossima settimana.

Il nunzio apostolico in Germania ( ex segretario generale del Sinodo dei Vescovi) ha detto di aver riferito ai vescovi tedeschi che la sinodalità non significa creare “nuove istituzioni con il rischio di un ulteriore aumento della burocrazia." Piuttosto laa sinodalità è "più una questione di spirito e stile che di strutture". Anche Papa Francesco è contrario ad un "consiglio sinodale"  permanente per la Chiesa in Germania. Ma Bätzing sta cercando delle soluzioni per far accettare la sua idea "senza scavalcare i regolamenti canonici che riguardano l'autorità del vescovo”.

Lo scorso dicembre i vescovi di Colonia, Ratisbona, Passau, Eichstätt e Augusta in una lettera alla Santa Sede chiedevano che autorità potrebbe avere un "consiglio sinodale" e la risposta è stata che non ne avrebbe sui singoli vescovi facendo riferimento al Concilio Vaticano II.

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Intanto alla vigilia della conclusione del "Cammino Sinodale" quattro partecipanti di spicco - tutte donne - hanno annunciato ufficialmente che avrebbero lasciato il Cammino.

La teologa Katharina Westerhorstmann e Marianne Schlosser, insieme alla filosofa Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz e alla giornalista Dorothea Schmidt hanno sollevato obiezioni fondamentali sulla direzione e la condotta del Cammino.

La " Synodaler weg" stava "mettendo in dubbio le questioni centrali della dottrina cattolica, hanno detto in una dichiarazione pubblicata dal quotidiano Welt. Hanno anche accusato gli organizzatori di ignorare i ripetuti avvertimenti e interventi del Vaticano.

In risposta a una richiesta di commento da parte di CNA Deutsch, i direttori della comunicazione della Via Sinodale, Britta Baas e Matthias Kopp, hanno rilasciato una breve dichiarazione mercoledì: "la presidenza  del Cammino Sinodale ha preso atto della decisione con rammarico".

Nel dicembre scorso  Thomas Sternberg, ex presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK), ha affermato che il controverso processo fin dall'inizio voleva ottenere cambiamenti nell'insegnamento della Chiesa sull'omosessualità, l'ordinazione delle donne e altri argomenti.

Il Cammino si concluderà con un incontro a Francoforte dal 9 all'11 marzo prossimi.

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Le quattro studiose hanno detto che non potevano più in buona coscienza partecipare a un processo che stava " sempre più" separando la Chiesa in Germania dalla Chiesa universale. Perché "le risoluzioni degli ultimi tre anni non solo hanno messo in discussione i fondamenti essenziali della teologia cattolica, dell'antropologia e della pratica ecclesiastica, ma le hanno riformulate e in alcuni casi completamente ridefinite".