Parigi , martedì, 1. dicembre, 2015 14:30 (ACI Stampa).
Tre pilastri per l’accordo sul clima. Nel suo intervento alla Conferenza sul Clima di Parigi, il COP21 (ovvero la 21esima conferenza delle parti), il Cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato, delinea i criteri sui quali si dovrebbe sviluppare l’accordo sul clima. Ovvero, che l’accordo abbia un chiaro orientamento etico. Che non solo individui il modo in cui l’accordo deve essere attuato, ma che orienti i comportamenti. E che sviluppi una visione per il futuro.
Temi che aveva già delineato l’arcivescovo Richard Paul Gallagher, Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, in un intervento la scorsa settimana, che svelava molto della posizione che avrebbe assunto la Santa Sede a Parigi. Una posizione che Papa Francesco incoraggia, dato che guarda all’accordo con molta preoccupazione. “Siamo sull’orlo del suicidio”, ha sottolineato nella conferenza stampa in aereo di ritorno dal Centrafrica.
Lo stesso Cardinal Parolin, prendendo parola “a nome di Papa Francesco”, ricorda la preoccupazione del pontefice sul tema del clima, e di come il Papa abbia toccato l’argomento anche nel suo discorso all’ufficio ONU di Nairobi lo scorso 26 novembre. Per la Santa Sede – aveva già spiegato il Papa - l’accordo deve essere “globale e trasformativo, fondato sui principi della solidarietà, della giustizia, dell’equità e della partecipazione, orientato al conseguimento di tre obiettivi complessi e interdipendenti: alleviare gli impatti del cambiamento climatico, combattere la povertà, far fiorire la dignità della persona umana”. Sarebbe tragico, ha aggiunto, che gli interessi particolari prevalgano sul bene comune e portino specialmente a manipolare l’informazione.
Come ottenere l’accordo? Attraverso quelli che il Cardinal Parolin chiama “i tre pilastri.” Il primo è la “adozione di un chiaro orientamento etico, che ispiri le motivazioni e le finalità dell’Accordo da implementare”, anche perché sono i più poveri quelli che pagano le conseguenze del cambiamento climatico, e “non c’è più spazio per la cosiddetta globalizzazione dell’indifferenza.
Afferma il Cardinal Parolin: “Di fronte all’urgenza di una situazione che richiede la più ampia collaborazione possibile per il raggiungimento di un piano comune, è importante che quest’Accordo sia imperniato sul riconoscimento sia dell’imperativo etico ad agire in un contesto di solidarietà globale, sia della responsabilità comune ma differenziata di ciascuno, secondo le rispettive capacità e condizioni”.