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Accesa ad Assisi la lampada di San Francesco. La Sicilia ha offerto l'olio

Questa mattina la Santa Messa ad Assisi presieduta da Monsignor Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale e Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana

La Lampada votiva di San Francesco | La Lampada votiva di San Francesco | Credit chiesainumbria.it La Lampada votiva di San Francesco | La Lampada votiva di San Francesco | Credit chiesainumbria.it

Assisi è in festa. E con lei, tutta l’Italia. Quest’anno nella consueta Celebrazione Eucaristica nella splendida Basilica Superiore della Basilica di San Francesco è stata accesa la lampada per la tomba del Serafico Padre grazie all’olio offerto dai comuni della Regione Sicilia. A recare l’olio è stato il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla. A benedirlo, Monsignor Monsignor  Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale e Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, che ha presieduto la Santa Messa. A concelebrare, i Vescovi della Sicilia e i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie francescane. 

Un momento speciale quello dell’accensione della Lampada di San Francesco.  L’anno scorso era stata la Valle d’Aosta a donare l’olio per la lampada. Un semplice e piccolo gesto che ha dietro un grande significato, come ha ricordato Monsignor Raspanti nella sua omelia: “Raffigura il nostro desiderio di rimanere vicino a lui”. Nelle parole del Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana anche un riferimento alle stimmate del Santo Poverello: “Segni scritti nel corpo che abbracciano la totalità della persona”. La parola che risuona forte nell’omelia è “fraternità”. 

Quest’anno ricorrono anche duecento anni dall’inaugurazione della cripta di San Francesco all’interno della Basilica, avvenuta nel 1824.

La lampada è stata disegnata nel 1926 e realizzata dall’architetto Ugo Tarchi. E’ alta 120cm ed è in bronzo lucido e argento. L’asse centrale è a forma di croce, s’innalza al centro e nella sua forma semisferica simboleggia il mondo. Sull’orlo della coppa, le parole di Dante Alighieri tratte dal Canto XXVI del Paradiso:  “Altro non è che di suo lume un raggio”.  Al di sotto della base furono modellate tre colombe d’argento che con il becco sostengono una corona di olivo, simbolo della pace. 



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