Roma , lunedì, 18. febbraio, 2019 18:00 (ACI Stampa).
“Ci scusiamo con Dio, con le vittime degli abusi, con le loro famiglie e con le comunità della Chiesa tutta, per tutti i mali arrecati ai bambini, ai giovani e ai loro parenti”. E’ quanto scrivono i vescovi polacchi in un documento pubblicato il 19 novembre 2018 dall’Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Polacca sull’abuso sessuale di bambini e giovani da parte di alcuni membri del clero.
L'Episcopato Polacco intraprende da molti anni lavori svolti a stabilire una diga contro gli abusi sui bambini e giovani. La Conferenza Episcopale Polacca parteciperà all’incontro mondiale “La protezione dei minori nella Chiesa” voluto da Papa Francesco, dal 21 al 24 febbraio in Vaticano.
L’Episcopato polacco, nell’ultimo documento redatto, ha indicato che negli ultimi anni la Chiesa “viene continuamente scossa da informazioni dolorose provenienti da vari paesi del mondo su abusi sessuali perpetrati a danno di bambini e giovani da parte di alcuni membri del clero”. Come hanno aggiunto i vescovi, questi crimini sono la fonte della profondità sofferenza delle vittime, che segnano le loro vite, quelle delle loro famiglie e delle comunità ecclesiastiche.
“Affermiamo con tristezza che anche in Polonia esistono situazioni di abusi sessuali su bambini e giovani da parte di alcuni membri del clero e di altre persone coinvolte nella vita della Chiesa. Ripetiamo con Papa Francesco: “Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore”. Per riconoscere le cause di questi atti e valutarne il peso, abbiamo iniziato a raccogliere i dati necessari”, si legge nella nota della Conferenza episcopale polacca.
I vescovi polacchi hanno sottolineato che da diversi anni vengono intraprese le attività, per eliminare i crimini legati all’abuso sessuale da parte del clero. “In stretta unione con i Papi Benedetto XVI e Francesco, sono stati sviluppati alcuni principi di reazione contro questo male. Ogni segnale su possibili atti criminali è incluso nelle indagini preliminari e se viene confermata la loro veridicità, vengono informate sia la Santa Sede sia la giustizia civile”.