Mosul , martedì, 13. dicembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
“Non è chiaro” chi si prenderà cura dei cristiani nei villaggi liberati, e per questo loro si sentono “traditi” dal governo.
È quanto ha affermato l’Arcivescovo siro-cattolico di Mosul (Iraq), Mons. Yohanna Petros Mouche, durante una visita ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (Aid to the Church in Need). Il presule ha aggiunto che i cristiani hanno timore di tornare ai loro villaggi nonostante la liberazione della Piana di Ninive.
Anche se l’ISIS è militarmente “finito” e scacciato dalla regione, rimane l’ideologia dei musulmani radicali, ci ha spiegato l’Arcivescovo, uno dei primi a visitare Qaraqosh dopo la liberazione. Qualche prova? In ottobre, due giorni dopo l’approvazione da parte del governo centrale iracheno di un divieto all’uso dell’alcool per tutta la nazione, un cristiano che stava commerciando bevande alcoliche è stato massacrato da fanatici islamici proprio a Qaraqosh. Mons. Mouche ha aggiunto che i cristiani sono rimasti “scioccati” nello scoprire che circa il 75 per cento delle case nei villaggi cristiani liberati sono state incendiate da abitanti locali. “Perché queste persone, con le quali eravamo in relazione, hanno fatto tutto questo? Ci chiediamo se questo è il loro modo di dirci che ci avrebbero bruciati vivi in caso fossimo tornati - ha proseguito l’Arcivescovo -. Temiamo di dover continuare a vivere con loro! Attendevamo con impazienza la liberazione, e molti volevano tornare immediatamente, ma ora la prima necessità è la garanzia della nostra incolumità.”. Il presule ha tuttavia aggiunto che è una “grande gioia” che ci sia almeno la possibilità di tornare ad abitare la Piana di Ninive per “continuare a testimoniare Cristo nella nostra nazione.”.
L’Arcivescovo Mouche ha ringraziato infine tutti i Benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre, e ha chiesto loro di continuare a sostenerli. “Chiediamo ai Benefattori di continuare ad essere solidali con noi, sostenendoci con le loro preghiere e con l’aiuto materiale, affinché possiamo continuare a dare testimonianza.”. E anche per accogliere questo appello ACS-Italia ha proposto alla comunità italiana tre progetti per l’Iraq e per la Siria.