Città del Vaticano , sabato, 10. novembre, 2018 12:03 (ACI Stampa).
“Nell’Europa malata d’indifferenza e attraversata da divisioni e chiusure, i cristiani rinnovano prima di tutto, di domenica in domenica, il gesto semplice e forte della loro fede: si radunano nel nome del Signore riconoscendosi fratelli”. Papa Francesco incontra, al termine dell’Assemblea Plenaria, i membri del Comitato dei Congressi Eucaristici Internazionali, e indica loro tre atteggiamenti che generano una cultura Eucaristica: comunione, servizio e misericordia.
Il prossimo Congresso Eucaristico sarà nel 2020 a Budapest, un evento di cui i vescovi ungheresi hanno parlato con Papa Francesco nella loro visita ad limina nel novembre 2017. E Papa Francesco parte da qui per fare la “domanda fondamentale”, che è: “cosa significa celebrare un Congresso Eucaristico nella città moderna e multiculturale in cui il Vangelo e le forme dell’appartenenza religiosa sono diventati marginali?”
Si tratta – dice Papa Francesco – di “collaborare con la grazia di Dio” per diffondere “una cultura eucaristica”, vale a dire “un modo di pensare e di operare fondato sul Sacramento ma percepibile anche al di là dell’appartenenza ecclesiale”, rinnovando ogni domenica il gesto della fede cristiana che fa ripetere il miracolo che “nell’ascolto della Parola e nel gesto del Pane spezzato anche la più piccola e umile assemblea di credenti diventa corpo del Signore, suo tabernacolo nel mondo”.
Quali sono i tre atteggiamenti che generano la cultura eucaristica?
In primis, dice Papa Francesco, la “comunione”, che è “la vera sfida della pastorale eucaristica, perché si tratta di aiutare i fedeli a comunicare con Lui presente nel Sacramento per vivere in Lui e con Lui nella carità e nella missione”. Una comunione che si percepisce non solo a Messa, ma anche nelle adorazioni, perché questa “insegna a non separare il Cristo Capo dal suo Corpo, cioè la comunione sacramentale con Lui da quella con le sue membra e dal conseguente impegno missionario”.