Città del Vaticano , giovedì, 8. novembre, 2018 12:30 (ACI Stampa).
Michal Giedojc (1420 – 1485) proveniva da una famiglia principesca lituana, e sin dalla gioventù era noto per gli studi di meccanica che metteva a frutto per creare macchinari per portare l’Eucarestia agli ammalati. Laico professo agostiniano, venerato da tempo come un santo per una serie di miracoli e guarigioni avvenute dopo la sua morte, la causa di beatificazione si è aperta nel 1521, poi chiusa da Urbano VII, poi riaperta nel XX secolo, e nel 2001 è riaperto il processo di beatificazione. Ieri, Papa Francesco lo ha dichiarato beato secondo la formula della “beatificazione equipollente”.
È la principale novità della lista di 16 nuovi beati che Papa Francesco ha approvato nell’udienza del 7 novembre con il Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che “il Papa ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto delle virtù eroiche e sulla conferma del culto da tempo immemorabile (beatificazione equipollente) del Servo di Dio Michele Giedojc”. Si è estesa così anche alla beatificazione la procedura della canonizzazione equipollente.
Con la canonizzazione equipollente, il Papa estende alla Chiesa universale, con un semplice decreto, un culto attestato e riconosciuto da molto tempo, riguardante un cristiano le cui virtù o il cui martirio sono generalmente riconosciuti e avente un'ininterrotta fama di prodigi, senza ulteriori indagini e senza attendere il verificarsi di un miracolo specifico. Lo stesso avviene ora per la beatificazione, che è un culto “locale”.
Chi sono gli altri sedici prossimi beati?