E per ottenere un vero bene comune occorre cultura, sviluppo, cura delle tradizioni locali “con la propria particolare sensibilità all’ambiente da cui sono sorte e a cui danno senso”.
Ma tutto questo non basta serve una educazione “etica e morale che coltivi atteggiamenti di solidarietà e di responsabilità tra le persone”, serve che i cristiani siano “portatori di un messaggio di salvezza che ha in sé stesso la capacità di nobilitare le persone, di ispirare alti ideali capaci di dare impulso a linee di azione che vadano oltre l'interesse individuale, consentendo la capacità di rinuncia a favore degli altre, la sobrietà e le altre virtù che ci sostengono e ci uniscono.”
Il rischio è quello di abituarci alle ingiustizie e “così confondiamo, senza accorgercene, il "bene comune" con il "benessere", specialmente quando siamo noi che ne godiamo.”
Quella del Papa è una vera omelia contro il consumismo che rischia di far diventare lo sviluppo un altro elemento di sperequazione e di corruzione
Poi il Papa parla di libertà, quella cristiana che porta la luce del Vangelo di Cristo a tutti perché “non è proprietà della Chiesa; essa piuttosto lo serve, in modo che raggiunga i confini del mondo.” Il Papa ricorda che “il cristianesimo ha svolto un ruolo importante nel formare l'identità del popolo boliviano” e aggiunge “che la fede non può essere ridotta alla sfera puramente soggettiva.”
La fede non abbaglia, lo fanno le ideologie, spiega il Papa.
Infine il Papa parla delle minacce alla famiglia come “violenza domestica, alcolismo, maschilismo, droga, mancanza di lavoro, insicurezza civile, abbandono degli anziani, bambini di strada, e da pseudo-soluzioni provenienti da prospettive che non sono salutari per la famiglia, evidenziano una chiara colonizzazione ideologica”.
Poi il Papa parla di immigrazione, di diplomazia da sviluppare “al fine di evitare conflitti tra popoli fratelli e contribuire al dialogo franco e aperto sui problemi, è oggi indispensabile.” E pensa al mare il Papa parlando di dialogo.
E le soluzioni anche delle questioni più spinose servano soluzioni eque e non aggressive perchè la Bolivia sta attraversando un momento storico che deve portare all’unità: “In questa terra dove lo sfruttamento, l'avidità, i molteplici egoismi e le prospettive settarie hanno oscurato la sua storia, oggi può essere il tempo dell’integrazione.” Parla di Patria grande il Papa con toni latinoamericani che toccano il cuore dei latinoamericani: “Chiedo al Signore che la Bolivia, "questa terra innocente e bella", continui a progredire sempre più per essere la "patria felice dove l'umanità vive il bene della felicità e della pace".”
Poco prima il Papa era stato in visita al palazzo presidenziale per l’incontro privato con il presidente Morales. Allo scambio dei doni Morales ha presentato al Papa un crocifisso in forma di falce e martello che era appartenuto a don Espinal. Il Papa si è incupito è ha detto sottovoce: "questo non va bene"! Il Papa ha portato a Morales una immagine di Maria Salus Populi romani. Poche parole personali nell quali il Ppaa ha ricordato i temi della Laudato si’.
La folla con la sua gioia e le sua grida ha accompagnato tutto il percorso del Papa. El Alto è una città giovane di migranti che arrivano dopo aver emigrato. Bergoglio si recava spesso in Bolivia per incontri dei gesuiti e molti di loro li ritroverà in questi giorni.
L’appello a cambiare stile di vita è un modo forte del Papa per far capire all’ America Latina che il rispetto della creazione è una questione “sociale” e la libertà vera viene dalla luce della fede e dall’amarsi gli uni gli altri. Un modo per combattere la deriva della teologia della liberazione che proprio in queste terre era nata e che alcuni vorrebbero far rivivere strumentalizzando le parole del Papa.
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