La Paz , giovedì, 9. luglio, 2015 0:20 (ACI Stampa).
"Buenas tardes!". Papa Francesco inaugura la sua visita in Bolivia con un saluto informale ai tanti fedeli che lo hanno accolto all’aeroporto di El Alto. Subito l’abbraccio con il presidente Evo Morales che ha regalato al Papa una collana tradizionale boliviana.
La Bolivia – ha detto il Pontefice – è una terra benedetta da Dio, in particolare “nelle sue genti, con la sua variegata realtà culturale ed etnica, che costituisce una grande ricchezza e un appello permanente al mutuo rispetto e al dialogo: popoli originari millenari e popoli originari contemporanei; quanta gioia ci dà sapere che ilcastellano portato in queste terre oggi convive con 36 idiomi originari, amalgamandosi per dare bellezza e unità nella differenza. In questa terra e in questo popolo si è radicato con forza l’annuncio del Vangelo”.
Sono qui per “confermare la fede dei credenti in Gesù Cristo risorto, perché quanti crediamo in Lui, mentre siamo pellegrini in questa vita, siamo testimoni del suo amore, fermento di un mondo migliore, e collaboriamo alla costruzione di una società più giusta e solidale”.
Il Papa ha sottolineato quanto fatto dalla Bolivia per “includere ampi settori nella vita economica, sociale e politica del Paese”, la sua Costituzione “riconosce i diritti degli individui, delle minoranze, dell’ambiente, e su istituzioni sensibili a queste realtà. Tutto ciò richiede uno spirito di collaborazione civile, di dialogo e di partecipazione degli individui e degli attori sociali nelle questioni che interessano tutti. Il progresso integrale di un popolo comprende la crescita delle persone nei valori e la convergenza su ideali comuni che riescano ad unire le volontà senza escludere e respingere nessuno”. Se il progresso è solo “materiale – ha ammonito Papa Bergoglio – si corre sempre il rischio di tornare a creare nuove differenze, che l’abbondanza di alcuni si costruisca sulla scarsezza di altri. Perciò, oltre alla trasparenza istituzionale, la coesione sociale richiede uno sforzo nell’educazione dei cittadini”.
Vorrei – ha scandito ancora Francesco – “incoraggiare la vocazione dei discepoli di Cristo a comunicare la gioia del Vangelo, ad essere sale della terra e luce del mondo”. Dobbiamo ribadire che la Chiesa ha la “sua opzione preferenziale ed evangelica per gli ultimi. La carità fraterna, espressione viva del comandamento nuovo di Gesù, si esprime in programmi, opere e istituzioni che cercano la promozione integrale della persona, così come la cura e la protezione dei più vulnerabili. Non si può credere in Dio Padre senza vedere un fratello in ogni persona, e non si può seguire Gesù senza dare la vita per quelli per i quali Egli è morto sulla croce”.