Roma , sabato, 3. novembre, 2018 14:00 (ACI Stampa).
È beata Clelia Merloni, la fondatrice delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù. Alla cerimonia, come rappresentante del Papa, il Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi che l’ha definita “colei che condivise la ferita del Cuore di Gesù, rispondendo alle ostilità e al disprezzo con la carità”. Un carisma attuale e affascinante.
Una donna, Clelia, che poteva avere tutto dalla vita, ma che ebbe molto di più: “Dio solo”, come diceva il suo motto. Dio prima di tutto e al di sopra di ogni cosa. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano nel corso della Santa Messa di Beatificazione il Cardinale Becciu sottolinea: “Clelia Merloni è il volto di una donna la cui esistenza è stata segnata in maniera impressionante da patimenti e tribolazioni: la croce è stata il sigillo di tutta la sua vita! Ma il suo sguardo, specialmente nell’ora della prova, era sempre rivolto a Dio”.
A un certo punto qualcosa si rompe nella vita di Madre Clelia: a causa di una cattiva amministrazione i beni della Congregazione – che aveva acquistato grazie alla cospicua eredità del padre, convertitosi in punto di morte – devono essere venduti e lei, per non accusare il sacerdote incaricato, assume su di sé tutte le colpe della mala gestione.
“Un calvario personale duro e logorante, fatto di solitudine e di isolamento, di indebolimento della salute e di stenti – commenta il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi - al limite della disperazione. Fu il momento dell’incontro con il suo Sposo, Gesù Crocifisso. Come infatti non vederla assimilata a Colui che sulla croce patì l’abbandono, il disprezzo, l’ignominia, il fallimento, lo spogliamento di ogni dignità umana? La Beata Clelia, sull’esempio di Maria che rimase ferma e incrollabile ai piedi della Croce”.
Il Cardinale Becciu tratteggia il profilo di Madre Clelia: “Pur avendo un carattere forte si dimostrò di una tenerezza straordinaria nel dimenticare le offese subite, testimoniando così la potenza vincitrice della carità, che non si adira, non tiene conto del male ricevuto, tutto scusa, tutto sopporta”.