Milano , mercoledì, 31. ottobre, 2018 13:00 (ACI Stampa).
Le reliquie dei santi non sono “talismani, non amuleti che garantiscono dai malocchi e dalle cattiverie, quasi che venerarle fosse una pratica magica e superstiziosa, mentre, all’opposto, vi è il disprezzo scettico degli intellettuali, che mettono in ridicolo le reliquie e la possibilità di essere in contatto con i Santi martiri”. Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, nell’omelia pronunciata ieri durante i Vespri pontificali in onore dei santi Ambrogio, Protaso e Gervaso, al termine della ricognizione delle loro reliquie.
“Nella tradizione cristiana - ha aggiunto l’Arcivescovo ambrosiano - le reliquie esercitano la loro potenza di rassicurazione, incoraggiamento e protezione. Il corpo è condizione reale dell’incontro con Dio perché è proprio attraverso il corpo di Gesù che si entra nel Mistero. La nostra fede toccA, entra in contatto con il Cristo, con il suo corpo, per questo il vertice della vita cristiana è l’Eucaristia”.
“La nostra fede - ha osservato ancora Monsignor Delpini - ha bisogno di essere sostenuta dall’esempio dei martiri e constatare i segni del martirio può incoraggiarci a sopportare il nostro martirio. Le reliquie ci dicono che ognuno di noi può essere santo conservando la fede attraverso una grande tribolazione”.
Concludendo l’omelia, l’Arcivescovo Delpini ha spiegato anche il senso della comunione dei Santi. “Non siamo mai soli, nel nostro vivere e perseverare nella fede, nel leggere e meditare la Scrittura, i Santi - ha detto - sono presenze amiche che rendono sempre corale la nostra preghiera, comunitario il nostro andare, fossimo pure da soli ad attraversare il deserto; urgente il nostro praticare la carità, dovessimo anche sentire che siamo rimasti soli a servire. E questi santi che possiamo vedere con i nostri occhi, sono qui per incoraggiarci perché anche noi possiamo dire che questi sono i difensori che vorrei avere, i patroni ai quali mi affido, i fratelli che desidero avere vicino per giungere anche io alla gioia e alla gloria di Dio”.