Roma , martedì, 30. ottobre, 2018 18:00 (ACI Stampa).
Un destino unico e luminoso, che il tempo, i cambiamenti, i sovvertimenti violenti e continui della Storia non hanno potuto e non possono cambiare. E' il destino, la storia della Madonna di Santa Maria del Popolo, a Roma, oggi al centro non solo della devozione popolare, ma anche di importanti studi e scoperte nell'ambito della storia dell'arte.
Per lunghissima e consolidata tradizione, infatti, si attribuiva la fattura dell'immagine mariana all'apostolo San Luca, e per questo era definita, e lo è ancora, Madonna di San Luca. Gli studi di qualche decennio fa si erano fermati all'attribuzione probabile ad un artista denominato Maestro di San Saba, perché caratteristiche e tecniche dell'icona la facevano apparire compatibile con l'autore degli affreschi della quarta navata della chiesa all' Aventino.
Tutto questo fino ai lavori di restauro, quando emerge la firma di Filippo Rusuti, maestro del Duecento e operante a Roma, noto per i mosaici di Santa Maria Maggiore, scoperta che, tra l'altro, apre la strada all'attribuzione a Rusuti anche degli affreschi di San Saba, non più "anonimi".
La Madonna, Sancta Maria populi romani, scudo e salvezza della Città Eterna e non solo, risplende dunque nei colori rinati dal recente restauro, come si può ora ammirare fin nei particolari, nella preziosa mostra allestita presso il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, fino al 18 novembre. E' stato proprio il restauro a rendere visibile la firma di Rusuti, occasione più unica che rara di veder firmato un capolavoro medievale.
La nostra è stata realizzata in collaborazione con il Fondo Edifici di Culto (FEC) e con la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, diretto dall'architetto Francesco Prosperetti, responsabile del restauro. I curatori della mostra sono Simonetta Angelini e Alessandro Tomei.