Città del Vaticano , domenica, 28. ottobre, 2018 12:12 (ACI Stampa).
Dopo aver celebrato la Messa conclusiva della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco ha recitato insieme ai fedeli l’Angelus domenicale.
Commentando l’episodio della guarigione di Bartimeo, il Papa ha voluto ribadire che “la speranza di Dio non è un miraggio, come certe pubblicità dove tutti sono sani e belli, ma è una promessa per la gente reale, con pregi e difetti, potenzialità e fragilità come tutti noi, la speranza di Dio è una promessa per la gente come noi”. E il Sinodo - ha aggiunto Papa Francesco - “è stato un tempo di consolazione e di speranza. Lo è stato anzitutto come momento di ascolto: ascoltare infatti richiede tempo, attenzione, apertura della mente e del cuore. Ma questo impegno si trasformava ogni giorno in consolazione, soprattutto perché avevamo in mezzo a noi la presenza vivace e stimolante dei giovani, con le loro storie e i loro contributi”.
Tramite l’ascolto - ha spiegato il Papa - “abbiamo cercato di leggere la realtà, di cogliere i segni di questi nostri tempi. Un discernimento comunitario, fatto alla luce della Parola di Dio e dello Spirito Santo. Questo è uno dei doni più belli che il Signore fa alla Chiesa Cattolica, cioè quello di raccogliere voci e volti dalle realtà più varie e così poter tentare un’interpretazione che tenga conto della ricchezza e della complessità dei fenomeni, sempre alla luce del Vangelo. Il Sinodo dei giovani è stato una buona vendemmia, e promette del buon vino”.
Come detto ieri, il Papa ha confermato che il Sinodo “non ha come obiettivo principale la stesura di un documento, che pure è prezioso e utile. Più del documento è importante che si diffonda un modo di essere e lavorare insieme, giovani e anziani, nell’ascolto e nel discernimento, per giungere a scelte pastorali rispondenti alla realtà”.
Dopo la recita dell’Angelus, il Pontefice ha condannato la strage di ieri nella sinagoga di Pittsburgh. “L’Altissimo accolga i defunti nella sua pace, conforti le loro famiglie e sostenga i feriti. Tutti, in realtà, siamo feriti da questo disumano atto di violenza. Il Signore ci aiuti a spegnere i focolai di odio che si sviluppano nelle nostre società, rafforzando il senso di umanità, il rispetto della vita, i valori morali e civili, e il santo timore di Dio, che è Amore e Padre di tutti”.