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Papa Francesco, i giovani devono portare addosso i sogni degli anziani

Papa Francesco e i giovani all'Agostinianum  |  | Daniel Ibanez/ Aci Group
Papa Francesco e i giovani all'Agostinianum | Daniel Ibanez/ Aci Group
Papa Francesco e i giovani all'Agostinianum  |  | Daniel Ibanez/ Aci Group
Papa Francesco e i giovani all'Agostinianum | Daniel Ibanez/ Aci Group

I giovani con le magliette colorate, intorno al Papa nell’aula dell’ Augustinianum a pochi passi da San Pietro. La presentazione di un libro che è una raccolta di voci si anziani che “dialogano” con il Papa. Un evento sinodale in tanti sensi. A cominciare dalle domande dei giovani. Come di fa ad essere felici in un mondo di plastica?

Il Papa risponde nel suo stile: la cultura del trucco, quello che conta sono le apparenze anche calpestando il prossimo. Come essere felice in un mercato dell’ipocrisia? Si domanda il Papa rispondendo alla prima domanda: “ mi viene in mente un gesto la mano tesa ed aperta”. La mano della competizione è sempre chiusa.  Aprirsi in cammino, mettendosi in gioco.  E poi servire, “i giovani più maturi sono coloro che vanno avanti in cammino con il servizio e che rischiano”.

Sporcati le mani dice il Papa.

Poi una anziana coppia di sposi che vive la lontananza dalla fede dei figli e dei nipoti: “Che cosa possiamo fare come genitori e nonni per condividere la fede con i nostri figli e i nostri nipoti?”

Il Papa ricorda una frase: “la fede va trasmessa in dialetto, sempre”.  La fede si trasmette a casa, magari sono i nonni coloro che hanno trasmesso la fede dice il Papa ricordando alcuni periodi storici.  Una trasmissione non solo di contenuti ma di una trasmissione di stile di vita.

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Il mondo, dice il Papa, fa delle proposte lontane dalla fede,  e i giovani si allontanano, ma non ci si deve spaventare “ non perdere la pace e sempre parlare con il Signore...la fede non cresce per proselitismo, ma per attrazione” quindi accompagnare in silenzio. Un silenzio buono, caldo, che accompagna. E la causa dell’allontanamento è sempre una brutta testimonianza, incoerenza, doppia vita.

Allora solo la testimonianza della mitezza che ha dato Gesù nella passione è capace di toccare il cuore. Il consiglio? Testimonianza e pazienza e preghiera. Mai discutere, è un tranello. Allora ecco il dialetto, le carezze che loro i figli capiscono conclude il Papa.

Una giovane che ha contribuito a preparare il libro chiede: Che cosa direbbe lei, da nonno, a giovani che vogliono avere fiducia nella vita, che desiderano costruirsi un futuro all’altezza dei loro sogni?

“ Incomincia a sognare” risponde il Papa. “ Sognare è la parola e difendere i sogni come si difendono i figli”.

E magari, dice il Papa,  portare gli anziani e i loro sogni addosso:  “Il sogno che riceviamo da un anziano è un peso una responsabilità e dobbiamo portarla avanti”. Prendi tutta la esperienza di vita e vai avanti, dice il Papa.

La paura del futuro è la domanda  di una anziana: Con quali sentimenti lei sta affrontando questo momento difficile della storia del mondo?

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Il Papa ricorda il nonno che ha fatto la Prima Guerra Mondiale “anche le canzoni un po’ ironiche” ma soprattutto i dolori, i milioni di morti. La II Guerra ha portato tanti migranti a Buenos Aires, dice Bergoglio “capivamo cosa era la guerra”. E’ importante che i giovani sappiano queste cose, questo “tesoro negativo” perché “ non cadano nello stesso errore e come cresce il populismo.

Non si può vivere seminando odio” dice il Papa e fa riferimento al dramma della riforma e controriforma.

Certo “seminare odio è facile” dice Francesco e ritorna a parlare delle chiacchiere, che uccidono.

Cosa faccio quando vedo la morte nel Mediterraneo? “Soffro prego parlo, non dobbiamo accettare questa sofferenza, la guerra mondiale a pezzetti”. 

E pensa ai migranti il Papa: “accogliere il migrante è un mandato biblico”.  Ricorda le grandi migrazioni storiche: “ io sono figlio di un migrante” dice Francesco.

E soprattutto si devono integrare i migranti con le strutture e la prudenza per cui serve un accordo europeo, mentre il peso lo portano solo alcuni paesi come l’Italia. “Il nuovo cimitero europeo si chiama Mediterraneo”.

Un’altra collaboratrice del libro chiede: le piace ascoltare le storie di vita? La aiuta nel suo mestiere di Papa?

“ Si, mi piace. Quando sono all’ udienza del mercoledì mi fermo dove sono i bambini e gli anziani!”

Parla delle sue esperienza di dialogo con gli anziani da giovane, incontri con migranti e amici della famiglia Bergoglio: “ Gli anziani non mi spaventavano, e ho capito la capacità di sognare degli anziani”. Un modo per capire la propria identità, che è un albero con delle radici dice Francesco.

L’ultima domanda è del regista Martin Scorsese che ha partecipato al libro, a Roma per il Festival del Cinema. Come faccio a vivere bene quando faccio esperienza del male, chiede al Papa. E come sopravvivere all’uragano contro la Chiesa?

Oggi si vede più chiara la crudeltà contro i bambini, dice Francesco, “fredda nei calcoli per rovinare l’altro”, e la più grave è la tortura “un pane di ogni giorno che sembra normale, ed è la distruzione della dignità umana”. La tortura è uno schiaffo in faccia, lede la dignità.

Come insegnare che la crudeltà è una strada sbagliata chiede il Papa? E torna al dono del pianto  che è “umano e cristiano e ammorbidisce il cuore”.

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Empatia, vicinanza, mitezza, tenerezza e non violenza sono virtù umane che sono capaci di trasformare i conflitti più brutti dice il Papa.

Il grazie finale e la richiesta di preghiera ormai abituale. 

L’evento “La saggezza del tempo”  nato nell’ambito della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha presentato il libro che raccoglie 250 interviste ad anziani in più di 30 Paesi, grazie all’aiuto di organizzazioni no-profit come Unbound e Jesuit Refugee Service.