Città del Vaticano , martedì, 23. ottobre, 2018 12:00 (ACI Stampa).
Una mostra con materiali provenienti dall’Iraq colpito dall’ISIS: croci rimaneggiate, stole rovinate, quaderni di bambini che non andranno mai scuola. Una città che ora si fregia del titolo di “figlia di Ungheria”. E investimenti nella ricostruzione delle città, ma anche in borse di studio (20 quest’anno) a giovani studenti che vengono da zone martoriate e che poi possono tornare a casa, per riportare quelle zone alla prosperità: sono le iniziative dell’Ungheria, che ha fatto della difesa dei cristiani perseguitati la sua politica nazionale.
Lo spiega ad ACI Stampa Tristan Azbej, Segretario di Stato per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati, che è stato a Roma lo scorso 10 ottobre, per presentare il film “Theirs the Kingdom of Heaven”, il viaggio di un europarlamentare ungherese e di due religiosi in Siria. Mentre il 9 ottobre si è presentata “Cross in fire”, la mostra che ha fatto da corollario alla consegna di 20 borse di studio a giovani provenienti da zone in cui i cristiani vengono perseguitati.
Azbej rivendica il fatto che il governo ungherese è stato il primo ad avere avuto un dipartimento dedicato esplicitamente alla difesa dei cristiani perseguitati, e che il conferimento delle borse di studio governative (SCYP) è cominciato due anni fa.
Questa iniziativa è stata presentata a Papa Francesco l’11 ottobre. Accompagnato da Eduard Habsurg Lothringen, ambasciatore di Ungheria presso la Santa Sede, Azbej ha spiegato al Papa che gli obiettivi della Borsa di Studio sono di rendere possibile a dei giovani, scelti direttamente dalle comunità cristiane perseguitate, di compiere i propri studi in Ungheria per poi tornare in patria. Papa Francesco ha ascoltato le testimonianze e ha detto di essere profondamente toccato da questo tipo di iniziativa e che era molto contento che l’Ungheria aiutava in questo modo tali comunità
“Devo dire che fino ad ora, cercando di guidare con l’esempio l’aiuto alle tragiche situazioni perseguitate nel mondo, non abbiamo avuto successo. Ma ora la cooperazione comincia ad avere un peso, abbiamo stretto partnerships con il governo polacco e con gli Stati Uniti”, racconta Azbej,