Quito , martedì, 7. luglio, 2015 4:50 (ACI Stampa).
Di nuovo a Quito, come se fosse appena arrivato. Ha appena lambito la capitale dell’Ecuador, il tempo di scambiare i discorsi con il presidente Rafael Correa e di una improvvisata sortita fuori dalla nunziatura apostolica dove risiede. Poi il viaggio a Guayaquil, dove è stato più volte da gesuita, dove il presidente ecuadoregno è nato, e dove c’è un santuario della Divina Misericordia che è tra i frequentati del Latino America. E quindi di ritorno nella capitale ecuadoregna, per proseguire con il calendario fitto di incontri, mentre la gente lo aspetta davanti al Palazzo Presidenziale e si mette a pregare nell'attesa. E, davanti alle persone che lo aspettano davanti la Cattedrale, il Papa mette da parte il discorso scritto, e dà una benedizione spontanea, perché "nessuno sia escluso".
“Do la benedizione ad ognuno di voi, alle vostre famiglie, a tutti, per questo grande nobile popolo, perché non ci siano differenze, non ci siano esclusioni, perché non ci siano persone che vengono scartate, perché tutti siano fratelli, vengano inclusi e nessuno rimanga fuori da questa grande nazione ecuadoriana. Preghiamo insieme l'Ave Maria".
Arrivando in cattedrale, racconta padre Lombardi, il Papa si è fermato a salutare disabili e malati, e "c'era molta emozione, interesse." A loro il Papa non ha offerto il discorso preparato, in cui si metteva sulla scia dei Santi ecuadoregni, di Santa Marianna del Gesù, la mistica che si sentiva tutta gesuita e che si fece francescana minore, offrì la vita al posto di un sacerdote che l’aveva offerta per salvare il Paese da una tremenda epidemia, e morì mentre quell’epidemia – succeduta a un terremoto – miracolosamente finiva; e a Santa Narcisa di Gesù, che si formò sull’esempio di Santa Marianna, e non entrò nelle Carmelitane Scalze per aiutare la sua amica Mercedes Molina y Ayala ad organizzare un orfanotrofio. Quest’ultima è ora Beata Mercedes, ha fondato l’Istituto di Santa Marianna del Gesù, e fu beatificata da San Giovanni Paolo II il 1 febbraio 1985, durante il viaggio apostolico che lo portò a toccare anche Guayaquil.
Prima dell’incontro con la gente, l’incontro, più privato, con Rafael Correa, presidente dell’Ecuador. Si affacciano insieme dal balcone del Palazzo Presidenziale, all'arrivo e alla fine dell'incontro, mentre una folla in festa canta la canzone scritta per l'occasione: "Papa Francisco Benvenido!"
Il presidente ha citato molto il Papa nel suo discorso di bevenuto del 6 luglio, e Papa Francesco ha risposto aggiungendo a braccio al suo discorso una menzione che forse il presidente “lo ha citato un po’ troppo,” svicolando dal rischio di una strumentalizzazione politica. È il rischio che c’è nei Paesi sudamericani, e Papa Francesco lo conosce bene. Correa è presidente dal 2007, prima c’erano stati 7 presidenti in 10 anni, Correa governa dal 2007, si è laureato nell’Università Cattolica di Guayaquil, è stato per un anno in missione nella provincia di Cotopaxi presso un centro di assistenza sociale salesiano dove ha imparato il quechua.