Città del Vaticano , martedì, 16. ottobre, 2018 17:30 (ACI Stampa).
Prima del discernimento c’è l’annuncio. Il Sinodo sui giovani assomiglia in molti punti a quello sulla evangelizzazione voluto da Benedetto XVI, soprattutto nelle relazioni dei circoli minori le questioni che emergono sono le stesse. Una più di altre: la gente non conosce Gesù.
Nei Circoli minori di lingua francese emerge chiaramente la questione e quando si parla di vocazione si entra anche nel tema della vocazione della Chiesa, oltre che della vocazione di ognuno.
Certo servono dei maestri, degli accompagnatori, ma serve anche una formazione per gli accompagnatori. E si parla anche della necessità di una maggiore attenzione ai Sacramenti, specialmente Eucaristia e Confessione. Ed è questa la chiave dell’accompagnamento, la cura quotidiana dei giovani per la loro fede. E occorre che i giovani stessi si assumano delle responsabilità nella Chiesa.
Allora ecco tre punti fondamentali: la gioventù vista come benedizione per la Chiesa; la necessità del supporto vocazionale in un contesto multiculturale e multi-religioso; il ruolo delle comunità e gruppi giovanili nelle persone che li accompagnano. Altra sicurezza per i circoli di lingua francese: il dono del discernimento non è legato al ministero ordinato; lo Spirito Santo non lo garantisce a tutti i fedeli ma ad alcuni; il dono del discernimento può essere concesso ai chierici, alle persone consacrate, laici; permette, da un lato, di identificare e riconoscere il modo personale in cui lo Spirito vuole condurci alla conformazione a Cristo e alla fedeltà al Vangelo e, d'altra parte, per aiutare un'altra persona o comunità a scoprire la tua la Chiesa e nel mondo. E’ quindi chiaro che il discernimento richiede una vita di preghiera intensa e profonda.
Nel circolo di lingua tedesca si è parlato molto dell’accompagnamento dei giovani e di come la vocazione non sia un “evento unico” ma un cammino e un modo per capire che Dio ama ogni uomo incondizionatamente: “una esperienza non troppo diffusa” dicono.