Materdomini (AV) , martedì, 16. ottobre, 2018 13:00 (ACI Stampa).
Ricordare San Gerardo Maiella (1726-1755) è tenere viva la memoria di un grande santo e mistico del Settecento italiano.
Taumaturgo, sempre pronto e disponibile verso chiunque gli chiedeva qualcosa, in modo particolare le partorienti, era un semplice fratello laico, non sacerdote.
Gerardo scelse l'ultimo posto non il primo. Sapeva leggere e scrivere, dai pochi appunti trovati nella sua stanza e dalle lettere inviate ai confratelli o agli amici.
Un'esistenza, quella spesa nell'Istituto redentorista fondato da Sant'Alfonso nel 1732 per l'evangelizzazione delle genti più abbandonate, fatta di sacrifici, povertà, penitenze e tanta preghiera.
Il santo nel corso della sua vita ha incontrato non solo la benevolenza di chi ha vissuto accanto a lui ma anche le notevoli incomprensioni, i dileggi, gli insulti, come ad esempio quelli di un contadino che, non amando i religiosi, incontrandolo per la campagna, lo percosse con un bastone insultandolo. Il santo lo ringraziò in quanto lo aiutava a rivivere la Passione del Cristo.