Città del Vaticano , domenica, 14. ottobre, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Due santi napoletani, che ci hanno messo più di un secolo ad essere canonizzati e che oggi vengono elevati alla gloria degli altari insieme a Paolo VI. Ma non solo: don Vincenzo Romano e Nunzio Sulprizio furono anche beatificati insieme, nel 1963, proprio da Paolo VI.
“Una circostanza incredibile”, sottolinea don Francesco Riviezzo, vicepostulatore della causa di Don Vincenzo Romano. Primo parroco diocesano italiano ad essere canonizzato, don Romano (1751 – 1831) fu “anticipatore del Concilio Vaticano II”, con le sue missioni per la città, con la “sciabica, che consisteva nell’avvicinare le capannelli di persone e di passanti e invitarle alla preghiera”, ma anche con la “Messa pratica “liturgia che veniva spiegata passo dopo passo in italiano”, perché la gente potesse capire.
E poi, “le sue missioni per le coralline, il suo lavoro nello stare vicino alle mogli dei marinai perché non si perdessero durante le assenze dei mariti”, tutto della vita di don Vincenzo Romano ci mostra una “uscita verso il povero, verso i marinai, verso gli operai”, e anche il lavoro dopo l’eruzione del Vesuvio a Torre del Greco.
Don Vincenzo Romano fu considerato santo da subito, “dalla prima Messa, quando una monaca testimone del fatto disse che la Chiesa era diventata tutta uno specchio e mentre lui andava all’altare maggiore questa suora sentì una voce che diceva: ‘Non c’è prete più santo di quello che è va a dire Messa’. Dopo la sua morte, i pescatori hanno chiesto intercessioni a lui, c’è sempre richiesta di aiuto, e lui sempre disponibile”. Sarà protettore dei sacerdoti napoletani.
Nunzio Sulprizio (1817 – 1836), orfano già bambino, fabbro ferraio da bambino la cui salute è stata minata da una carie ossea che lo ha portato alla morte a soli 19 anni, è considerato il protettore dei giovani, e la sua causa di beatificazione fu promossa già da Leone XIII, che ne voleva fare un nuovo San Luigi. Viene canonizzato durante il Sinodo dei giovani, ed è significativo.