Roma , sabato, 13. ottobre, 2018 11:00 (ACI Stampa).
Domenica 14 ottobre in piazza san Pietro sarà canonizzato mons. Oscar Arnulfo Romero, ucciso sull’altare, durante la Consacrazione, mentre celebrava la messa nella cappella dell’ospedale il 24 marzo 1980. Poco prima dlel' omelia aveva detto:
“Chi si consegna, per amore verso Cristo, agli altri, questi vivrà come il seme di grano che muore, però che muore solo apparentemente. Se non morisse resterebbe solo. Se il raccolto si da invece perché il seme muore, allora il seme si lascia immolare su questa terra, perché solo così produce il raccolto. Vinta la morte i figli di Dio resusciteranno in Cristo. Tutto lo sforzo per migliorare una società, soprattutto quando è sprofondata nell’ingiustizia e nel peccato, è uno sforzo che Dio benedice, vuole, esige. Vale la pena lavorare affinché tutte queste aspirazioni di giustizia, di pace e di bene che abbiamo ora su questa terra, li possiamo formare nell’illuminazione di una speranza cristiana. Questa Eucaristia è precisamente un atto di fede: con fede cristiana pare che in questo momento la voce di diatriba si converta nel corpo del Signore che si è offerto per la redenzione del mondo e che in questo calice il vino si trasforma nel calice che fu il prezzo della salvezza”.
Molti i libri che raccontano la storia di Romero, tra gli atri quelli di Anselmo Palini, profondo ‘conoscitore’ della Chiesa del Centro America ed autore di due libri sul vescovo salvadoregno: ‘Ho udito il grido del mio popolo’, con la postfazione del card. Gregorio Rosa Chavez; e ‘Una terra bagnata dal sangue. Oscar Romero e i martiri di El Salvador.
A lui abbiamo chiesto di spiegarci cosa vuol dire per un paese come El Salvador la sua canonizzazione: “La canonizzazione dell’arcivescovo di San Salvador è un grande segno innanzitutto per la Chiesa. Romero è stato canonizzato perché ucciso in ‘odium fidei’. Fino ad ora secondo il Codice di diritto canonico per proclamare un martire era necessario che gli assassini fossero atei o di un’altra religione. Ora invece con il riconoscimento del martirio di Oscar Romero si afferma che l’azione in favore della giustizia è connaturata all’annuncio cristiano. Oscar Romero è stato assassinato non in quanto vescovo ma per la sua azione a fianco dei poveri e per le sue ferme denunce della repressione operata dalla giunta militare.
Con la sua canonizzazione si è confermato il fatto che l’azione di Romero non era di carattere politico, bensì era la necessaria conseguenza del Vangelo di pace e di giustizia che l’arcivescovo di San Salvador predicava. Dall’indomani del suo assassinio, per il suo popolo e per quanti in America latina erano impegnati nella promozione della giustizia sociale, era già stata indicato come ‘San Romero de las Americas’. Ora finalmente lo è anche per la Chiesa cattolica. Per El Salvador la canonizzazione di Romero è un segno di speranza e di fiducia, un invito a riprendere la strada da lui indicata, la strada della nonviolenza, della giustizia, dei diritti umani, della pace”.