Roma , giovedì, 11. ottobre, 2018 13:00 (ACI Stampa).
Nel suo testamento spirituale Francesco Spinelli ha scritto: “Vorrei essere come un’ape che succhia tutto l’amore del Tuo cuore e lo porta ad altri fiori. Così tutto sarà pieno d’amore. A chi ti fa del male perdona con gioia, ricambia con tratti di sincero amore e tenera carità: questa è la vendetta dei Santi! La tua vita sia un inno di gioia, di amore, di ringraziamento a Dio, che ti ama di infinito amore.
Scoprite ogni giorno il volto di Cristo nei volti dei vostri fratelli, soprattutto di quelli meno amabili. Amatevi, soffrite gli uni con gli altri, sopportatevi nei vostri difetti; chiudete un occhio, quello della carità, sulle mancanze dei vostri fratelli e siate più vigili sopra di voi. L’unità fra noi ci renderà forti e fiorenti”.
Il beato Francesco Spinelli sarà canonizzato in piazza san Pietro domenica 14 ottobre insieme a Papa Paolo VI, mons. Oscar Arnulfo Romero, don Vincenzo Romano, suor Maria Caterina Kasper e suor Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù, a metà del Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani. Per conoscere meglio il fondatore delle suore adoratrici del Santissimo Sacramento, abbiamo chiesto a suor Luisa di raccontarci il beato Francesco Spinelli: “Papa Francesco ha tracciato un perfetto identikit dei santi: ‘I Santi nella loro esistenza terrena hanno vissuto in comunione profonda con Dio. Nel volto dei fratelli più piccoli e disprezzati hanno veduto il volto di Dio’.
Per sapere chi è don Francesco Spinelli basterebbe questa sola citazione che sembra essere la sintesi di tutta la sua vita. Don Francesco nasce il 14 Aprile del 1853 a Milano e trascorre la primissima infanzia a Verdello dove, nella semplicità della vita e di una fede genuina, prende forma il suo cuore. Sin da piccolo ama pregare la Madonna e essere amico dei più bisognosi e ben presto matura il desiderio di donare la sua vita per il Vangelo. Finito il Liceo confida ai genitori la sua decisione e durante gli anni di seminario si distingue come studente modello e amico fedele di tutti, tanto che già i compagni, scherzando, lo chiamano ‘Santo’. Terminata la formazione sente forte la responsabilità di essere un bravo sacerdote, anche perché per distrazione del vescovo è ordinato due volte”.
Perchè fondò l'ordine delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento?