Individuando i nuclei portanti del pensiero e dell'azione di Montini, la sua vita trascorsa al servizio della Chiesa, fino al soglio pontificio. L'autore illustra quello che la sua elezione ha significato per il Vaticano II e per la travagliata stagione post conciliare, i primi grandi viaggi di un Pontefice nel mondo, fino al rapimento e all'omicidio di Aldo Moro, una tragedia che colpì al cuore Paolo VI.
Moltissimi gli spunti di riflessione e di approfondimento, ma non si può non sottolineare almeno uno degli aspetti peculiari del pensiero del Pontefice: il suo costante riferimento all'arte. Arte come "velo trasparente" che fa rilucere il Bello. Il Bello come forma del Vero, che dà senso al vivere. Una simile concezione ha portato Montini fin da ragazzo a coltivare una profonda passione per letteratura, poesia, arte, musica, in un dialogo mai interrotto e fecondo di iniziative con artisti, filosofi, letterati. Sono famose le sue intense amicizie con Jean Guitton, Hans Urs Von Balthasar, Jacques Maritain, Giacomo Manzù.
Questo "capitolo" così centrale nella vita di Paolo VI e denso di conseguenze è stato ben tratteggiato nell'opera di padre Sicari. E per una felice coincidenza, mentre ci occupavano di questo libro, a Roma è stato organizzato un incontro incentrato proprio sull'intero rapporto tra l'arte sacra contemporanea e Paolo VI, che favorì un nuovo dialogo fra gli artisti e la Chiesa. Partendo da un "caso" concreto: da un quadro sulla Trasfigurazione di Luigi Caflish, che rievoca il giorno del 6 settembre 1978, in cui il Papa morì.
L'incontro è stato organizzato venerdi' scorso dall'Arciconfraternita dei Bolognesi, con il pittore Caflish, il critico d'arte Mariano Apa, Silvia Guidi, giornalista e autrice teatrale.
Dialogo si', con duttilità e senza preconcetti, con aperture e disponibilità al confronto ma senza cedere sulle certezze della fede, sui fondamenti sui quali non è possibile alcun compromesso. E senza cedimenti alle mode del momento e al "pensiero" dominante. L'arte come ricerca del Bello e del Vero, ma sempre spinti dalla forza dell'Amore.
Amore per la vita, sempre, fin dal primo istante, dal concepimento: nel 1968, con l'enciclica Humanae Vitae, con il suo chiaro riaffermare il significato dell'atto procreativo e l'illeicita' di alcuni metodi per la regolazione della natalità (aborto, sterilizzazione, contraccezione...), provocò un enorme dissenso, sia a livello teologico, sia a livello di conferenze episcopali, senza ovviamente contare gli strali del mondo laico. Questa strenua difesa della vita ha avuto un "contrappeso" significativo anche in quell'importante capitolo della "vita oltre la vita" di Paolo VI.
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I due miracoli che hanno dato il via al l'iter della beatificazione e della canonizzazione riguardano due bimbi salvati quando ancora le madri dovevano partorirli.
In un altro libro pubblicato ora dalla Ares, sempre in occasione della canonizzazione, dal titolo "Una culla per Amanda. Il miracolo di Paolo VI". Vanna e Alberto Tagliaferro hanno raccontato al giornalista Andrea Zambrano la loro straordinaria vicenda: con l'Intercessione di Papa Montini, la loro bambina Amanda è nata ed è cresciuta, contro ogni speranza umana e certezza medica. Amanda, infatti, si era formata nel grembo materno senza liquido amniotico ed e' nata prematura, ma è riuscita a venire al mondo la notte di Natale. Grazie alle preghiere al beato Paolo VI, così grande, umile, incompreso, profetico.