Città del Vaticano , venerdì, 5. ottobre, 2018 18:00 (ACI Stampa).
Ascoltare, empatia, teologia dello scarto. Sono tre parole che hanno colpito Papa Francesco durante il dibattito sinodale. Dopo tre giorni nell’aula del Sinodo si parla ancora dei problemi dei giovani, si ascolta cioè.
Uno dei temi centrali è stato quello dei cristiani perseguitati, ma c’è anche la questione della evangelizzazione dei giovani fatta dai giovani stessi. E poi la liturgia. I giovani ci tengono ma non sanno cosa scegliere e spesso sono insoddisfatti delle omelie.
Come riporta l’ Osservatore Romano a proposito del dibattito del 4 ottobre pomeriggio “uno dei padri sinodali, parlando di quanto avvenuto nel suo paese, ha denunciato che ci sono stati oltre milleduecento cristiani ammazzati, dei quali un vescovo e cinque sacerdoti. Ha poi fatto notare che è stata la liturgia ad aver salvato molti fedeli nei momenti tragici della persecuzione”. Ed è anche arrivata la proposta di istituire un Pontificio consiglio dedicato proprio ai giovani. Anche se questo compito in effetti rientra nelle competenze del Dicastero per i laici.
I Padri hanno ripercorso di fatto il testo dello Strumento di lavoro con lo sguardo a chi deve lasciare la famiglia per tanti motivi, dalla guerra alla disoccupazione. L’invito è quello di aprire le chiese alla seconda generazione di immigrati per renderli più partecipi della vita ecclesiale.
E nonostante le numerose difficoltà, i giovani, hanno detto i Padri, riescono a mantenere il vigore della loro fede. Serve una solida formazione spirituale, pastorale e intellettuale.