Roma , venerdì, 5. ottobre, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Nell’Instrumentum Laboris del Sinodo dei vescovi sui giovani si legge: “Un certo numero di giovani, variabile a seconda dei diversi contesti, si sente parte viva della Chiesa e lo manifesta con convinzione, attraverso un impegno attivo al suo interno… Non è raro vedere gruppi giovanili, e anche membri di movimenti e associazioni, poco inseriti nella vita delle comunità: il superamento di questa dinamica di separazione è per alcune Conferenze Episcopali un traguardo sinodale.
Nonostante molti giovani denuncino il rischio di essere relegati in un angolo, sono numerose le attività ecclesiali che li vedono attivamente impegnati e anche protagonisti. Spiccano le diverse forme di volontariato, tratto qualificante delle giovani generazioni. L’animazione della catechesi e della liturgia, così come la cura dei più piccoli, sono altri ambiti di azione, che nell’oratorio e in altre strutture pastorali analoghe trovano particolare fecondità”.
Partendo da questa prospettiva abbiamo chiesto al vescovo di Modena-Nonantola, di poterci spiegare cosa chiede alla Chiesa il giovane: “Credo che molti giovani siano indifferenti, ma tutti chiedono alla Chiesa autenticità ed un atteggiamento conforme al Vangelo. Grazie a Dio nelle nostre comunità abbiamo esempi positivi, ma gli esempi negativi, che purtroppo ogni tanto emergono, approfondiscono il solco tra i giovani e la Chiesa. I giovani chiedono alla Chiesa coerenza con il Vangelo”.
La Chiesa come risponde alle richieste dei giovani?
“Direi che la Chiesa è anche giovane, perché molti di essi fanno parte della Chiesa; non esiste Chiesa da una parte e giovani dall’altra. Nel complesso la Chiesa sta rispondendo con vivacità e freschezza, che viene dal Vangelo. Purtroppo chi non vive l’esperienza della Chiesa, ma solo gli aspetti giornalistici, non comprende una quotidianità fatta di servizio, di preghiera e di educazione, che chi vive nella Chiesa riesce a vedere bene. Si tratta di comunicarla meglio”.