Castel Gandolfo , sabato, 4. luglio, 2015 17:57 (ACI Stampa).
La regola era che non avrebbe accettato onori, una volta Papa emerito. Ma per Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha fatto una eccezione, ed ha accettato i dottorati honoris causa della Pontificia Università Giovanni Paolo II e dell’Accademia di Musica di Cracovia. Una cerimonia breve ma intensa, tutta segnata dall’amore per Giovanni Paolo II. Ma soprattutto caratterizzata dall’enorme stima che le due accademie polacche hanno per Benedetto XVI.
C’è una orchestra, ovviamente, e si eseguono brani di Mozart, per cui Benedetto XVI ha una predilezione, ma anche del compositore Henryk Gorecki, scomparso nel 2010, che nel 2008 aveva avuto anche lui un dottorato honoris causa dall’Accademia della Musica e che alcuni critici avevano definito il nuovo Palestrina. Tutto comincia con il Gaudet Mater Polonia, che – spiega il presentatore – dà sempre inizio alle “cerimonie più solenni nella nostra patria, sia quelle ecclesiali che statali. Anche in questa occasione non poteva essere diversamente.”
La cerimonia, tenuta praticamente tutta in lingua italiana (un solo discorso in tedesco) va avanti sobriamente, con punte di commozione. Come quelle del Cardinal Stanislao Dziwisz, Gran Cancelliere dell’Università dedicata a Giovanni Paolo II.
“Amatissimo Santo Padre – afferma il Cardinal Dziwisz - come prima cosa desidero esprimere la nostra grande gioia per questo odierno e insolito incontro. Porto i saluti della Chiesa di Cracovia, che grata a vostra Santità per il servizio pontificio, per la grande eredità di dottrina e per la benevolenza che ci ha sempre manifestato. Non dimentichiamo le parole che lei Santo Padre disse da noi il 28 maggio 2006: Cracovia, la città di Karol Wojtyła e di Giovanni Paolo II, è anche la mia Cracovia!”
Aggiunge il Cardinale, che di Giovanni Paolo II fu segretario fedelissimo fino alla morte: “Non dimentichiamo mai questa espressione.” E poi sottolinea di considerare l’accettazione dei dottorati honoris causa come “segno della stima che Vostra Santità ha sempre nutrito nei confronti di Giovanni Paolo II.” Il quale, a sua volta, “fu sempre pieno di gratitudine per il suo più vicino collaboratore, il Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede. Siamo certi che ora egli ci guardi dall’altro e si rallegri del nostro incontro.”