Roma , giovedì, 4. ottobre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
“Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo. E il Signore mi dette tale fede nelle chiese, che io così semplicemente pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Poi il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a motivo del loro ordine, che anche se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la loro volontà. E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come i miei signori. E non voglio considerare in loro il peccato, poiché in essi io riconosco il Figlio di Dio e sono miei signori. E faccio questo perché, dello stesso altissimo Figlio di Dio nient'altro vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il santissimo sangue che essi ricevono ed essi soli amministrano agli altri”.
E’ sempre bello rileggere ‘Io, Francesco’, il libro dedicato al santo di Assisi da fratel Carlo Carretto, morto proprio nel giorno della festa di 30 anni fa, 4 ottobre 1988 e nato ad Alessandria il 2 aprile 1910 da una famiglia di contadini proveniente dalle Langhe. La famiglia si trasferisce a Torino, in un quartiere periferico, nel quale si trova un oratorio salesiano che avrà molta influenza sulla formazione di Carlo Carretto e su tutta la famiglia. Lo spirito salesiano si farà sentire anche nella vita professionale che Carretto inizia a 18 anni, a Gattinara, come maestro elementare.
Milita nel settore giovanile dell’Azione Cattolica di Torino, dove entra ventitreenne su invito di Luigi Gedda che ne era il presidente. Nel 1946 è presidente nazionale della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC) e, nel 1948, in occasione dell'80º anniversario della fondazione dell'Azione Cattolica, organizza una grande manifestazione di giovani a Roma: è la famosa adunata dei 300.000 ‘baschi verdi’. Poco dopo fonda il Bureau International de la Jeunesse Catholique, di cui diviene vice presidente. Nel 1949 con l'amico Enrico Dossi dà vita, all'interno della GIAC, a una nuova Opera dedicata al turismo dei giovani: il CTG, il Centro turistico giovanile, di cui sarà il primo presidente nazionale. Nel 1952 si trova in disaccordo con una parte importante del mondo politico cattolico e deve dimettersi dall’incarico di presidente della GIAC. E’ in questo frangente che matura la decisione di entrare a far parte della congregazione religiosa dei ‘Piccoli Fratelli di Gesù’ fondata da René Voillaume e ispirata dalla figura di Charles de Foucauld. L'8 dicembre 1954 parte per l'Algeria, per il noviziato di El Abiodh, vicino ad Orano; per dieci anni vivrà una vita eremitica nel Sahara, fatta di preghiera, silenzio e lavoro. Rientrato in Italia nel 1965 si stabilisce a Spello (Umbria), dove Leonello Radi (già presidente della GIAC di Foligno) è riuscito a far affidare alla Fraternità dei Piccoli Fratelli del Vangelo l'ex convento francescano di San Girolamo, vicino al cimitero.
Carlo Carretto muore nel suo eremo di san Girolamo a Spello. Ed in occasione del trentennale Gianni Borsa ha curato il volume ‘Carlo Carretto ieri e oggi - Spello e le colline della speranza’, che propone testimonianze sulla nascita della Fraternità a San Girolamo dalla metà degli anni Sessanta e sul ruolo che vi ebbe Carretto.